La sentenza dell’Aja

La sentenza dell’Aja

3 febbraio 2012

LA SENTENZA

Stragi naziste, Berlino vince ricorso all’Aja
No a indennità per le vittime italiane

L’Italia ha violato i suoi obblighi di diritto internazionale nei confronti della Germania ammettendo richieste di indennizzi a Berlino per le vittime dei crimini di guerra nazisti. Lo ha stabilito la Corte internazionale di giustizia dell’Aja. “La Corte ritiene che l’azione dei tribunali italiani di negare l’immunità costituisca una violazione dei suoi obblighi nei confronti dello Stato tedesco”, ha spiegato il giudice Hisashi Owada nel corso di un’udienza pubblica all’Aja.

Lo scontro legale era scoppiato nel dicembre 2008 quando Berlino aveva presentato ricorso contro una sentenza della Corte di Cassazione italiana di due mesi prima che aveva riconosciuto ai familiari di alcune vittime dei crimini del Terzo Reich il diritto a ricevere indennizzi individuali da parte della Germania. In particolare la sentenza riguardava la strage del 29 giugno 1944 in provincia di Arezzo a Civitella, Cornia e San Pancrazio, in cui furono trucidate 203 persone.

Per la Germania quella sentenza, che aprì la strada a una valanga di richieste di indennizzi di parenti di vittime delle stragi naziste, violava la Convenzione dei Vienna del 1961 e il Trattato di pace stipulato con l’Italia. Secondo il governo tedesco la richiesta di indennizzi per fatti avvenuti tra il settembre del 1943 e il maggio 1945 violava “l’immunità giudiziaria” di cui gode la Germania moderna. Per l’Italia, invece, si tratta di “crimini internazionali” che hanno una precedenza rispetto alle immunità nazionali.

Nel luglio 2010 la Corte internazionale dell’Aja aveva già respinto con 13 voti su 14 come “irricevibile” il ricorso dell’Italia che chiedeva alla Germania di pagare gli indennizzi per le vittime di crimini nazisti decisi dai suoi tribunali.

L’Italia ha violato i suoi obblighi di diritto internazionale nei confronti della Germania ammettendo richieste di indennizzi a Berlino per le vittime dei crimini di guerra nazisti. Lo ha stabilito la Corte internazionale di giustizia dell’Aja. “La Corte ritiene che l’azione dei tribunali italiani di negare l’immunità costituisca una violazione dei suoi obblighi nei confronti dello Stato tedesco”, ha spiegato il giudice Hisashi Owada nel corso di un’udienza pubblica all’Aja.

Commento del Presidente Nazionale Carlo Smuraglia:

Sono molto sorpreso e colpito da questa sentenza, di cui aspetto di leggere la motivazione per esteso, ma che mi sembra già contrastare con un principio recepito anche dalla nostra Corte Suprema di Cassazione, che cioè quando si tratta dei diritti umani, non ci sono trattati che tengano.

In ogni caso ritengo che la sentenza, così come viene presentato il dispositivo, possa riguardare solo la materia risarcitoria nei confronti della Germania; e su questo avremmo modo di discutere. La cosa più importante è che non cessi, in ogni caso, l’affermazione dei diritti e soprattutto non venga meno la ricerca della verità e della responsabilità e quindi si vada avanti nei processi in corso e in quelli che potranno ancora venire.
Questa materia delle stragi nazifasciste del periodo dal ’43 – ’45, nella quale l’ANPI si sta impegnando a fondo, è di estrema importanza e delicatezza sul piano storico e su quello umano. E dunque la ricerca che da anni faticosamente si sta conducendo sulle responsabilità e sulla verità storica deve continuare senza soste. Ne hanno diritto coloro, superstiti e familiari delle vittime che hanno subito direttamente le stragi ed ai quali un risarcimento dovrà pur essere assicurato, anche sul piano morale; ma ne ha diritto anche il complesso dei cittadini, consapevoli che senza rispetto dei diritti umani e senza il raggiungimento della verità non solo giudiziaria, nessuno può sentirsi al sicuro, perché una parte dei diritti di ciascuno sarebbe seriamente compromessa.

L’ANPI, si batterà, dunque, perché si continui nel lavoro che da anni si sta compiendo, nei tribunali militari e nella società e perché lo Stato italiano faccia la sua parte sotto ogni profilo, nell’interesse del Paese e dei cittadini nel loro complesso, tenendo conto di quanto ha detto in modo esplicito la Corte di Cassazione, e del diritto di ogni cittadino, proclamato dalla Costituzione e dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo, a rivolgersi ai Giudici ed ottenere giustizia.

Carlo Smuraglia – Presidente Nazionale ANPI
Roma, 3 febbraio 2012

Condividi questo post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *