Commemorazione di ANGELO PEGORARO 2022

Commemorazione di ANGELO PEGORARO 2022

Nel rigoroso rispetto delle norme anti – covid, l’Anpi di Gallarate, come tutti gli anni, organizza e promuove la Commemorazione di ANGELO PEGORARO, giovane Martire antifascista immolato sui valori della Resistenza.

L’evento avrà luogo Domenica 16 Gennaio, alle ore 11.00, presso il cippo inserito nello spazio condominiale di via Pegoraro 51, accanto la Chiesa della Cascinetta.

L’Anpi presenzierà la cerimonia con una sua Delegazione, iscritti e membri del Direttivo.

A tutti i partecipanti si raccomanda il distanziamento e l’uso della mascherina FFP2 previsti dalle attuali norme.

 

ANGELO PEGORARO

 

Tenendo fede ad una tradizione pluriennale mai venuta meno, che affonda le sue radici nella Resistenza partigiana e nella lotta per la Libertà al nemico nazifascista, anche quest’anno l’ANPI di Gallarate celebra il martirio di un giovane antifascista, barbaramente assassinato il 16 Gennaio del 1945 da una losca pattuglia di repubblichini a caccia di renitenti la leva per il famigerato esercito della RSI, in obbedienza all’altrettanto famigerato “Bando del Duce” emesso dallo stesso capo del fascismo, nelle intenzioni di impoverire le fila della Resistenza che sempre più numerose minacciavano il potere del regime già agonizzante.

In ossequio a quel sacrificio, e per rimarcare la missione istituzionale dell’Anpi a difesa della Democrazia e della Libertà duramente conquistate,

DOMENICA 16 GENNAIO 2022

ALLE ORE 11.00

 

in ragione della pandemia in corso, una contenuta delegazione di ANPI GALLARATE si raccoglierà intorno al cippo che ricorda il tragico evento, rinnovando silenziosamente i valori di Libertà, Pace e Democrazia che sono alla base della convivenza civile, disciplinati ed esaltati nella Carta Costituzionale, alla cui nascita anche il sacrificio di ANGELO PEGORARO contribuì nella forma più alta.

E oggi, nella piena recrudescenza di un fascismo evidente che alza la testa, non possiamo che trarne ancora la lezione di sempre: la PACE come baluardo della barbarie, l’Antifascismo come veicolo dei valori che hanno guidato i combattenti per la LIBERTA’ e la DEMOCRAZIA.

Per le ragioni sopra dette, non vi sarà alcuna orazione ufficiale, come sempre fatto, ma un silenzioso e insieme assordante silenzio che saprà interpretare i sentimenti degli antifascisti e democratici tutti.

La cerimonia si svolgerà in via Pegoraro 51, nei pressi della Chiesa di Cascinetta.

E come tutti gli anni, durante la cerimonia, verrà deposto un omaggio floreale a cura di Anpi Gallarate

Gallarate, 10 Gennaio 2022

Il Presidente Anpi Gallarate

M. Mascella

 

p.s.: ai partecipanti si raccomandano il distanziamento e l’uso della mascherina FFP2; con tali raccomandazioni le Associazioni, i Sindacati e i cittadini sono invitati a partecipare.

 

In una bella soleggiata giornata invernale, ANPI Gallarate, come da sempre, ha ricordato il sacrificio del giovane Pegoraro, assassinato proditoriamente da una pattuglia della G.N.R. comandata dal famigerato M.llo Crozza, già autore di altri esecrabili delitti, come quello di Luciano Zaro, altro giovane Martire.
Alla Manifestazione hanno partecipato numerosi cittadini e Rappresentanti di forze politiche, nonché l’Assessora alla Cultura della Amm.ne comunale, Claudia Mazzetti, che qui ringraziamo insieme agli altri per la sua presenza.
Dopo la rituale introduzione del Pres. di Anpi Gallarate M. Mascella, si sono succeduti alcuni interventi, a cominciare da quello di Osvaldo Bossi, seguito da Claudia Mazzetti e da Stefano Rizzi, e dalla Pres. di Anpi Prov.le Varese Ester De Tomasi, che ha chiuso la manifestazione.

Intervento di Osvaldo Bossi

Falco

16 gennaio 2022

Alla presenza del Presidente dell’ANPI Provinciale Ester De Tomasi, del Presidente ANPI Gallarate Michele Mascella, del nostro segretario Provinciale del PCI Varese Pippo Pitarresi, del nipote di Angelo (Francesco Larghi), di una delegazione del PCI e del PRC (il cui circolo di Gallarate è intitolato ad Angelo Pegoraro), delle Autorità cittadine tutte si è commemorata la figura del Partigiano Falco.

Di seguito le parole pronunciate dal compagno Osvaldo Bossi del PCI di Gallarate in occasione della commemorazione:

Angelo Pegoraro, il Partigiano Falco, non ha ancora 18 anni quando nel febbraio del 1944 viene licenziato dalla Caproni Vizzola, dove lavora come garzone.

Si trasferisce a Ghemme (Novara), per lavorare alla Todt, (l’organizzazione del III Reich che si occupava della costruzione di strade e di fortificazioni) e lì incontra, per la prima volta, alcuni gruppi partigiani locali con i quali condivide idee e speranze.

Lui, non ancora diciottenne, non è un renitente alla leva. Sono la sua fede negli ideali di libertà e giustizia sociale, che lo convincono a schierarsi con le forze partigiane per abbattere il fascismo e scacciare l’invasore tedesco.

Nel luglio del 1944, Falco, tornato a Gallarate, su indicazione del Pipetta (Attilio Colombo), entra a far parte della 127a SAP del gruppo di Besnate, partecipando al colpo all’Isotta Fraschini. In seguito, il gruppo si sposta per esigenze tattiche, (arrivando l’inverno, le tende non sono più sufficienti), a Villadosia dove trova rifugio in una cascina detta dal Pasquin da sott.

Il 18 ottobre, grazie al coraggio di una giovane del paese che avvisa i partigiani dell’arrivo dei brigatisti neri, (due camion armati fino ai denti e con i viveri per tre giorni) il gruppo riesce a sfuggire al rastrellamento e si disperde.

Falco allora raggiunge in novembre i reparti partigiani della 124ª Brigata nel novarese. Con loro, e con reparti di altre Brigate, “Falco” partecipa ad un’azione il 14 dicembre del 1944, oggi ricordata come «battaglia di Suno».
Angelo, come tutti i partigiani ogni tanto tornava a casa per salutare i famigliari, per rifocillarsi, per trovare gli amici.

L’ordine del CLN (quello vero e non quello fantomatico nato negli ultimi mesi a Torino) era quello di recarsi a casa disarmati e Angelo rispettò quelle direttive ma il 16 gennaio 1945, a Cascinetta, sulla soglia di casa, sotto gli occhi esterrefatti della Madre e della sorella incinta, Angelo veniva assassinato dalla sbirraglia fascista, comandata dal repubblichino Crosta, come nel caso dello Zaro, del cui sangue si era macchiato, senza che nessuna arma fosse rinvenuta su di lui.

Stessa sorte toccò al partigiano che era con lui e che venne arrestato nella stessa occasione, si chiamava Vittorio Minelli, aveva 22 anni ed era di Clusone in provincia di Brescia. Dopo 40 giorni di prigionia venne fucilato a Sacconago il 25 febbraio dello stesso anno.

Quando diciamo che Angelo non era un renitente alla leva, lo diciamo perché lui non era ricercato per quello ma perché qualcuno nel palazzo dove abitava con la madre fece la spia.

Oggi, a distanza di 77 anni da quel tragico giorno, è importante ricordare, è importante commemorare, dato che il revisionismo storico passa anche attraverso la sottovalutazione di onorare e commemorare, è necessario ricordare cosa fu il fascismo e chi furono le vittime e chi furono i carnefici.

Ricordare chi furono Angelo Pegoraro e il suo compagno Vittorio Minelli, vuol dire anche ricordare il sacrificio che li animò e lo spirito patriottico del quale oggi in tanti declamano ma pochi credono davvero.

Patrioti furono i Partigiani, furono gli Antifascisti, furono quelli che scacciarono l’invasore tedesco e non quelli che scapparono lasciando il Paese allo sbando (il re e la sua banda, Mussolini e i suoi gerarchi).

La tendenza oggi è quella di liquidare, far dimenticare, relegare a nostalgie del passato queste drammatiche vicende, l’equiparazione tra vittime e carnefici, l’equiparazione europea tra nazismo e comunismo è emblematica e antistorica.

In questi giorni c’è chi si proclama nuovo CLN contro una presunta dittatura sanitaria, addirittura citando nomi di gloriosi Partigiani come Giovanni Pesce (la figlia Tiziana Pesce ha risposto con fermezza a questa vile provocazione), noi non permetteremo che si equipari la lotta di Liberazione contro il nazifascismo con questo maldestro tentativo di mettere un cappello di dignità a una battaglia individualista sostenuta anche dai fascisti, dagli stessi che a dicembre hanno dato l’assalto alla CGIL di Roma, che oltre a ricordarci il drammatico ventennio ci ha ricordato l’assalto alla camera dei sindacati di Odessa, in Ucraina, nel 2014 con decine di morti bruciati vivi, massacrati e seviziati.

E’ il nuovo pansismo… è il fascismo che rinasce sotto mentite spoglie per liquidare la storia e ricominciare indisturbati…

Intervento di Claudia Mazzetti

L’Ass.ra Mazzetti nel suo breve saluto, ha espresso parole di compiacimento per le attività legate alla tutele della Memoria, rammentando il sacrificio di molti giovani come Angelo Pegoraro, augurandosi che simili efferatezze non abbiano più a ripetersi. Il suo saluto e le sue parole sono stati condivisi dai convenuti.

Intervento di Stefano Rizzi

Rizzi, tra l’altro, ha voluto sottolineare come l’anno prossimo, il 2023, coincida con il 50° anniversario dell’assassinio di Roberto Franceschi durante una manifestazione studentesca alla Bocconi di Milano, ad opera delle forze di polizia intervenute, e come l’Istituto Tecnico Industriale Statale (allora ITIS ed oggi ISIS) di Gallarate sia stato virtualmente a lui dedicato: ne propone all’attenzione di Anpi e delle forze democratiche la opportunità di una degna celebrazione.

Intervento di Ester Maria De Tomasi

Un caro saluto alle Istituzioni civili e a tutti voi qui presenti.

Voglio farvi pervenire i saluti da parte di tutta l’Anpi provinciale di Varese e oltre ai saluti, un grande riconoscimento al Partigiano Angelo Pegoraro.

Lo voglio fare con le parole del poeta Giuseppe Ungaretti dedicate ai morti per la Resistenza.

“Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce.”

In questo particolare e delicato momento, dobbiamo come non mai tenere alta la guardia e riaffermare i valori in cui crediamo.

Valori di libertà, democrazia e giustizia sociale.

Noi dell’Anpi siamo qui a fare questo, a non far dimenticare. Ovunque, ogni anno, ogni mese, ogni giorno e ogni momento, davanti ai cippi come in questo momento, davanti ai monumenti, nelle scuole, con le istituzioni a fare memoria attiva.

In circostanze come queste, il rischio che le parole si adagino su una conformistica retorica è altissimo. Ma ciò rappresenterebbe un torto alla memoria di Angelo, che ha vissuto con la tenerezza nel cuore e l’idealità nella mente e per questi grandi valori è nostro dovere ricordarlo. Purtroppo, si sente spesso dire che il fascismo non c’è più che non ha più senso l’Anpi, ora che ad uno ad uno i nostri partigiani se ne vanno.

Questi neo-fascisti, neo-nazisti, neo-ignoranti, devono sapere che noi ci saremo sempre a riaffermare, a ricordare che il fascismo ha portato morte, fame, sangue e disperazione.

Anche se inesorabilmente ad uno ad uno i nostri partigiani se ne vanno, noi saremo il loro portavoce e la nostra voce si farà sentire sempre più alta e le nostre gambe saranno le loro gambe per portare ovunque la memoria del loro sacrificio. Proprio per questo, nel novembre scorso, abbiamo messo a dimora in San Martino in Culmine, tre faggi dalle foglie rosse: colore rosso, simbolo del sangue innocente delle vittime della Resistenza.

Per Anpi provinciale Varese

Ester Maria De Tomasi

Gallarate, 16 Gennaio 2022

 

 

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