Commemorazione Angelo Pegoraro – Domenica 20 Gennaio 2019
ANGELO PEGORARO
(1926 – 1945)
Tenendo fede ad una tradizione pluriennale mai venuta meno, che affonda le sue radici nella Resistenza partigiana e nella lotta per la Libertà al nemico nazifascista, anche quest’anno l’ANPI di Gallarate celebra il martirio di un giovane antifascista, barbaramente assassinato il 16 Gennaio del 1945 da una losca pattuglia di repubblichini a caccia di renitenti la leva per il famigerato esercito della RSI, in obbedienza all’altrettanto famigerato “Bando del Duce” emesso dallo stesso capo del fascismo, nelle intenzioni di impoverire le fila della Resistenza che sempre più numerose minacciavano il potere del regime già agonizzante.
In ossequio a quel sacrificio, e per rimarcare la missione istituzionale dell’Anpi a difesa della Democrazia e della Libertà duramente conquistate,
DOMENICA 20 GENNAIO 2019
ALLE ORE 11.00
presso il cippo che ne ricorda il sacrificio, in via Pegoraro 51 – Gallarate
E oggi, nella piena recrudescenza di un fascismo strisciante che alza la testa, non possiamo che trarne ancora la lezione di sempre: la PACE come baluardo della barbarie, l’Antifascismo come veicolo dei valori che hanno guidato i combattenti per la LIBERTA’ e la DEMOCRAZIA. Gli Antifascisti ed i democratici tutti si raccoglieranno intorno al cippo che ricorda il tragico evento e rinnova silenziosamente i valori di Libertà, Pace e Democrazia che sono alla base della convivenza civile, disciplinati ed esaltati nella Carta Costituzionale, alla cui nascita anche il sacrificio di ANGELO PEGORARO contribuì nella forma più alta.
L’orazione ufficiale sarà pronunciata dalla Prof.ssa Guja Baldazzi Aspesidella Segreteria di Anpi Gallarate.
La cerimonia si svolgerà in via Pegoraro 51, nei pressi della Chiesa di Cascinetta.
E come tutti gli anni, durante la cerimonia, verrà deposto un omaggio floreale a cura di Anpi Gallarate.
Gallarate, 14 Gennaio 2019
Il Presidente Anpi Gallarate
M. Mascella
Le Istituzioni cittadine, le forze politiche democratiche, le Associazioni, i cittadini tutti sono invitati a partecipare.
Cerimonia
Si è svolta tra una cospicua presenza di cittadini la cerimonia commemorativa di Angelo Pegoraro, alla quale ha partecipato l’Ass.ra Claudia Mazzetti, che qui doverosamente ringraziamo per la sua partecipazione a nome della Amministrazione Comunale.
Il Pres. di Anpi Gallarate Mascella ha introdotto la manifestazione, leggendo il saluto della Pres. di Anpi Prov.le Varese Ester De Tomasi, e di seguito un interessante report giornalistico tratto dal Corriere Prealpino del gennaio 1946, organo del Comitato di Liberazione Prov.le Varese, nel quale viene tratteggiata la figura del giovane combattente, riferendone le gesta e la sua partecipazione attiva alla Resistenza.
Mascella ha quindi invitato l’Ass.ra Claudia Mazzetti ad un saluto, che è stato improntato al ricordo e al sacrificio dei giovani che come Angelo Pegoraro immolarono la loro giovane vita agli ideali di libertà.
Ha poi dato la parola per l’orazione ufficiale alla Prof.ssa Guja Baldazzi Aspesi, della Segreteria di Anpi Gallarate: intervento che qui di seguito riproduciamo per intero.
Commemorazione di Angelo Pegoraro
(20 gennaio 2019)
Care concittadine e cari concittadini,
siamo insieme oggi, ancora una volta, per ricordare la figura del giovane partigiano Angelo Pegoraro, barbaramente trucidato proprio qui, nella via che oggi porta il suo nome, da un gruppo di fascisti della locale brigata nera.
Mentre riflettevo su questa ricorrenza, avevo fra le mani un vecchio libro dal titolo “Il mondo di ieri”, un’opera autobiografica che lo scrittore austriaco di origini ebraiche Stefan Zweig elaborò negli anni ’40 del secolo scorso, poco prima di morire suicida nell’esilio brasiliano, cui lo aveva condannato la persecuzione nazista del suo popolo; contiene una riflessione che voglio condividere con voi. Scrive Zweig: “Una legge ineluttabile della storia impedisce proprio ai contemporanei di riconoscere fin dagli inizi i grandi movimenti che determinano la loro epoca. Pertanto, io non riesco a ricordare quando ho udito per la prima volta il nome di Adolf Hitler, (…) il nome dell’uomo che ha provocato più catastrofi nel nostro mondo, più di chiunque altro”.
Ebbene il 16 gennaio del 1945, quando l’assassinio di Angelo viene perpetrato, l’insaziabile volontà di potenza di Hitler e del suo alleato Mussolini ha già esplicato tutta la sua violenza distruttiva, la guerra mondiale che hanno voluta sta entrando nel suo quinto anno e la catastrofe dell’Europa è ormai compiuta. Nell’Italia abbandonata dal re nelle mani dei repubblichini e degli occupanti nazisti, non si può chiamarsi fuori, bisogna scegliere da che parte stare, con i fascisti o con i partigiani. E Angelo sceglie.
Il destino dell’operaio Angelo Pegoraro comincia a tessere il suo filo l’anno precedente, quando si trasferisce a Ghemme per lavorare alla Todt. Entra infatti in contatto con combattenti partigiani della zona e riconosce in loro gli stessi ideali di libertà e di giustizia sociale che sta maturando dentro di sé. Per questo, accettando di affrontare una vita di pericoli e di stenti, decide di aderire alla lotta di Liberazione, adottando il bellissimo nome di battaglia di “Falco”, un nome che allude alla capacità di volare alto e di guardare con acutezza, dall’alto, lontano.
Nel luglio del 1944, a Besnate, partecipa ad un’operazione dei G.A.P., poi si sposta a Villadosia, dove un rastrellamento nazi-fascista disperde il suo gruppo e lo spinge a cercare contatti nel novarese; qui, in novembre, si unisce ai reparti partigiani della 124ª Brigata e con loro, il 14 dicembre, combatte nella cosiddetta «battaglia di Suno».
Il desiderio di rivedere la madre si dimostra fatale: il 16 di gennaio del 1945 torna infatti a Gallarate per riabbracciarla, viene intercettato da una pattuglia di repubblichini in cerca di renitenti alla leva nazi-fascista ed è freddato lì, sulla soglia di casa, a soli diciannove anni.
Ricordare oggi Angelo è doppiamente doloroso. Lo è per il volto giovanissimo e bello che la sua immagine ci restituisce e per lo sguardo diretto e onesto che da quella ci rivolge. Lo è dunque per il rammarico di sapere interrotto, in modo così prematuro e brutale, un progetto di vita idealmente ricco e fertile.
Ma è doloroso anche perchè tanto in Europa quanto in Italia si avvertono segnali di grande disorientamento e sono, di fatto, spesso messi in discussione quegli ideali nei quali lui credeva e nei quali noi crediamo e che soli possono dare un solido fondamento alla democrazia e alla pace.
Angelo certamente avrebbe voluto veder crescere sulle tristi macerie della guerra una nuova società, pacifica e coesa perché solidale, giusta, aperta e accogliente. Ma questa visione sembra oggi appannarsi sotto l’impulso di nuovi egoismi, rinfocolati ad arte per occultare i complessi motivi del crescente disagio di molti, costituiti semmai dal permanere di forme di sfruttamento inaccettabile, dalla perdita o dalla negazione di diritti fondamentali, e ancora dall’opaca riproposizione di modelli di vita basati sul consumismo, dal degrado dell’ambiente naturale e, in ultima analisi, dall’accrescersi di una sempre più iniqua distribuzione delle ricchezze, che si concentrano nelle mani di pochi, mentre la massa dei diseredati cresce e si frantuma in mille frammenti diversi, che lo sfaldamento dei corpi intermedi rende sempre più incapaci di riconoscersi uguali e di lottare insieme per un reale cambiamento.
Un porto sicuro lungamente negato all’attracco di una nave di migranti, salvati alla furia del mare; uno spazio pubblico disinvoltamente concesso ad una organizzazione di estremisti di destra che si richiamano più o meno esplicitamente al nazifascismo; un gesto discriminatorio di natura omofoba o razzista; una bordata di insulti sessisti indirizzata ad una donna per la sua visione del mondo sprezzantemente definita “buonista”; un ex-terrorista latitante, finalmente assicurato alla giustizia, esibito come un trofeo di guerra; l’accanita dispersione di un gruppo etnico, come quello dei Sinti gallaratesi, messo in gravissima difficoltà perché poco omologato ai costumi prevalenti: ecco questo elenco riassume alcuni fatti accaduti in Italia in questi ultimi tempi. Sono eventi certo molto diversi fra loro e persino incongrui. Richiederebbero di essere approfonditi singolarmente e con ben altro spessore che redigendo un sommario. Sono però tutti esempi, a mio avviso, di un progressivo incancrenirsi delle relazioni sociali, politiche o semplicemente umane; segnalano un preoccupante scivolamento verso forme di crescente autoritarismo e prefigurano un pericoloso sdoganamento della accettabilità della violenza.
A noi democratici, antifascisti, difensori dei valori della Costituzione nata dalla Resistenza, spetta il compito di rilanciare la sfida del sacrificio di Angelo, mantenendo alta l’attenzione sulla realtà che ci circonda, continuando a denunciare con forza le lesioni alle regole della convivenza democratica e intensificando l’opera di educazione delle giovani generazioni.
Ma dobbiamo anche lavorare su quello che certo sarà un elemento cruciale del nostro prossimo futuro: siamo infatti alla vigilia delle elezioni europee e dobbiamo essere consapevoli dell’importanza di questo appuntamento. Se sapremo offrire la nostra collaborazione all’unità delle forze progressiste e alla loro vittoria, contribuiremo all’affermazione di un’Europa che, rivitalizzando i suoi valori fondanti, saprà davvero guardare ai bisogni dei popoli, contrasteremo leaderismi e pericolosi sovranismi, valorizzando invece modelli di positiva cooperazione con gli altri paesi, e per questa via potremo costruire una fondata speranza di pace per il futuro del mondo. E aggiungo, perché la lettura del quotidiano odierno me lo impone, forse riusciremo a costituire una vera speranza anche per quelle donne, quei bambini e quegli uomini che si mettono in mare, a rischio della vita, alla ricerca di un futuro migliore. E cancelleremo finalmente la vergogna di sentir affermare che a provocare l’ennesimo, tragico naufragio non sono stati l’indifferenza e il cinismo di certi governanti, bensì i “lucrosi affari” delle associazioni umanitarie.
Gallarate, 20 Gennaio 2019
Guja Baldazzi Aspesi
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