Conclusa la FESTA DELLA LIBERAZIONE – 25 Aprile 2015 – Gallarate
La Festa della Liberazione, ormai conclusa, ha visto quest’anno una partecipazione straordinaria di cittadine e cittadini, quanti mai se ne siano visti in tutti gli anni precedenti nonostante le avverse condizioni climatiche: è stato così solennemente celebrato il 70° Anniversario della Liberazione.
Qui vogliamo ringraziare TUTTI, ma proprio tutti coloro che hanno dato vita ad un lungo e foltissimo corteo che, pur spezzettandosi a volte per la fretta con cui è stato condotto, si è snodato imponente per le vie cittadine in un percorso quest’anno un pò ridimensionato per esigenze di viabilità: e nel TUTTI vi sono anche le varie rappresentanze istituzionali, dalle Forze Armate a quelle di Polizia, Carabinieri, Finanza, le Autorità cittadine a cominciare dal Sindaco Guenzani e da vari Assessore/i e Consiglieri Comunali, le numerose Associazioni d’Arma e civili presenti, e sopratutto, con enorme soddisfazione dell’Anpi in particolare, delle rappresentanze studentesche di tutte le scuole medie di Gallarate e con la partecipazione a sorpresa della rappresentante d’Istituto dei Licei di GallarateAnna Zambon che si è proposta spontaneamente sul palco, portando il suo saluto ed un appello accorato agli adulti affinché i giovani non vengano lasciati soli di fronte alle difficoltà della vita.
Ringraziamo anche per la sua inaspettata presenza il Partigiano PippoPlatinetti, che ha voluto portare i suoi saluti alla manifestazione, a conclusione della quale si è poi recato a Milano per ricevere la speciale Medaglia di riconoscimento conferitagli dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Dopo i saluti non formali del Pres. di Anpi Gallarate M. Mascella rivolti ai cittadini/e e a tutti i presenti, questi ha invitato i ragazzi a salire sul palco per leggere i brani che essi stessi avevano preparato. E così hanno preso la parola:
- per la scuola media “De Amicis” di Cedrate Noemi Campana e Erika Zanotto della 3^ C; Claudio Fasciani e Ilaria Rossini 3^ C; Aurora Rongioletti e Samuele Selvagio della 3^ A; studenti condotti dalla Prof.ssa Luciana Botrugno;
- per la scuola media L. Maino: Diana Mazzetti e Linda Viola, 3^ C, preparate dalla Prof.ssa Iole Ravenda;
- per la scuola media P. Lega: Lorenzo Rutigliani – Alfredo Scrosati – Monica Zibetti – Manila Alaimo, tutti della 3^ E, e Daniele Cattin – Marco Montalto – Gabriele Conca – Mattia Santomassimo della 3^ F; insieme a loro Asad Rashad, pakistano e compagno di classe; tutti accompagnati dalla Prof.ssa Marilù Emma che ne ha fornito successivamente i nomi;
- per la scuola media G. Cardano: 3^ B Prof.ssa Barone Cinzia : Marelli Miriana, Gaglioti Sofia, Genova Clara, Jonuzi Valeria, Di Franco Stefano, Ferrara Davide; 3^ C Prof.ssa Soave Patrizia : Radici Chiara, Cioffi Daniela, Di Giovanni Ines; 3^ A Prof.ssa Ceriani Marina : Peroni Jacopo, Miotti Sara, Pavan Francesca.
Dopo le letture degli studenti, ha preso la parola il più giovane tra gli iscritti ad Anpi Gallarate, Ariele Aspesi, con l’intervento che di seguito riproduciamo (in attesa di ricevimento):
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Successivamente, invitato dal Pres. Anpi Gallarate Mascella, ha preso la parola il Sindaco di Gallarate Edoardo Guenzani :
XXV APRILE – 2015
Benvenuti alla cerimonia con la quale celebriamo la Festa della Liberazione.
Arriviamo al 70esimo anniversario del 25 Aprile 1945 sull’onda di 2 fatti che, sebbene avvenuti lontano da Gallarate, sono importanti anche per noi.
Mi riferisco innanzitutto alla visita dei partigiani alla Camera dei Deputati e al loro incontro con il Presidente della Repubblica. Oggi occorre tornare, a mio avviso, sul significato profondo di questo evento: coloro che si sono battuti per un’Italia libera sono stati accolti dalla più alta carica dello Stato, in un luogo in cui si esercita quotidianamente la democrazia. E’ quindi risultato evidente per un giorno, e deve restare nella memoria, il legame tra l’esperienza passata di quegli uomini da una parte, e il presente e il futuro delle istituzioni nazionali dall’altra.
L’altro avvenimento degno di nota è costituito dalla scomparsa di Elio Toaff. L’ex rabbino capo di Roma concentrava nella sua figura molti dei significati e dei valori presenti nel XXV Aprile. Colpito dalle leggi razziali, sfuggito ai nazisti grazie all’aiuto di un sacerdote cattolico, partigiano, autorevole uomo del dialogo, Toaff ricordava con la sua stessa esistenza da che cosa era stato giusto e necessario liberarsi. Lavorò inoltre alla ricostruzione, non tanto o non solo delle città e delle fabbriche, ma delle coscienze, dei rapporti umani, del dialogo tra le comunità.

Elio Toaff e i partigiani emozionati che hanno circondato il Presidente Mattarella ci ricordano anche un’altra cosa. E cioè che i cambiamenti storici, anche i più importanti, sono opera delle persone, delle loro scelte e del loro coraggio. Persone magari fragili, coi loro pregi e difetti, che a un certo punto hanno capito la necessità di agire. Persone destinate a invecchiare, a subire l’indebolimento dell’età, o che hanno pagato precocemente il prezzo più alto. Persone come Attilio Colombo, Angelo Pegoraro, Luciano Zaro, Lionello Rossetti, Dante Sommaruga, Bruno Golo, ai quali è dovuto il ricordo e l’omaggio della nostra città.
E’ anche grazie al loro contributo che, il 25 Aprile 45, giunse a compimento, con successo, il periodo della “resistenza”. Furono parte attiva in quel movimento che unì molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, cattolici, liberali, repubblicani, anarchici), in maggioranza presenti nel Comitato di Liberazione Nazionale.
La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica Italiana: l’Assemblea Costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al CNL, i quali scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche e ispirandola ai principi della democrazia e dell’antifascismo.
Anche grazie a quei momenti fondamentali, l’Italia riconquistò la propria dignità e partecipò attivamente alla costruzione di un’Europa pacifica, le cui Nazioni si incamminarono presto sul cammino di una storica unione. Il 25 aprile dell’anno scorso toccai questo tema ricordando anche i problemi che hanno caratterizzato e spesso ancora caratterizzano l’azione delle istituzioni europee. Oggi queste difficoltà sono drammaticamente evidenti per ciò che accade nel Mediterraneo e, di conseguenza, sul nostro territorio nazionale. Anche a Gallarate, che in questo momento ospita decine di profughi in fuga da guerre e persecuzioni.
Ecco: l’Europa, l’Italia e la nostra città, sebbene in un contesto ovviamente mutato, devono misurarsi di nuovo coi conflitti e con le conseguenze che questi producono sulle persone. Nel 1945 vinsero il desiderio di libertà, la volontà di fare tacere le armi, la necessità di porre fine alle persecuzioni e alle discriminazioni, di restituire a tutti dignità e prospettive di vita. Oggi dobbiamo affrontare le sfide che abbiamo davanti con strumenti nuovi, ma lo slancio delle donne e degli uomini che 70 anni fa contribuirono a liberare l’Italia può ancora esserci d’esempio.
Buon 25 aprile.
Edoardo Guenzani
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In ultimo, il breve ma intenso discorso ufficiale pronunciato dal già Sen. Giuseppe Gatti, Pres. Onorario di Anpi Gallarate e decano dell’Associazione:
DISCORSO 25 APRILE 2015 ORATORE UFFICIALE SEN. GIUSEPPE GATTI
Ringrazio le autorità civili e militari, le associazioni e i cittadini presenti a questa festa nazionale che non è una festa fra le tante, ma è la festa del riscatto morale della nostra Patria. Sono trascorsi 70 anni e nonostante il decorrere del tempo avvertiamo che il 25 Aprile è vicinissimo e il suo valore storico, politico e morale è più attuale che mai. Ricordiamo l’abnegazione, la resistenza di centinaia di migliaia di militari deportati nei campi di concentramento perché rifiutarono di aderire alla repubblica di Salò. Ben trentacinquemila perirono di fame e di stenti nei campi di prigionia. Onore ai martiri di Cefalonia che combatterono contro i nazisti, furono sopraffatti e poi sterminati. Non dimentichiamo le migliaia di condannati a morte, torturati, seviziati e impiccati. Dedichiamo un pensiero ai caduti, ai quarantacinquemila partigiani che diedero la vita sulle montagne, nelle città e nelle campagne nel corso di tre durissimi inverni.
Dobbiamo evitare il rischio della rimozione e dell’oblio, dimenticando quanti si sacrificarono per dare a noi tutti la Pace e la Libertà.
E’ stata una battaglia dura e cruenta segnata da atti eroici. Senza la lotta di Liberazione l’Italia sarebbe stata maggiormente umiliata dai vincitori. Quando ricordiamo gli anni bui del fascismo e la tragedia della guerra, non ci limitiamo a descrivere il dramma circoscritto in anni lontani per cui ci commuoviamo e ci rammarichiamo. Quel tempo è stato ed è il segno in bianco e nero, che ha contrapposto chi combatteva per la libertà e per i diritti dell’uomo, a quanti che per un falso senso dello stato perpetravano l’oppressione e la dittatura.
Ricordare le vittime della dittatura che nessuno potrà riportare in vita è un valore e un riconoscimento doveroso. Dobbiamo impegnarci con la nostra dignità di cittadini a non essere condizionati dalla indifferenza, dal conformismo e dal silenzio colpevole.
Le leggi liberticide e razziste hanno determinato lo sterminio di milioni di donne, uomini e bambini avviandoli nelle camere a gas. Come scrisse Primo Levi : “ Spaventa il pensiero di quanto potrà accadere quando tutti i testimoni saranno scomparsi. Allora i falsari potranno affermare qualsiasi cosa”.
I segnali non mancano. Da anni alcuni ambienti politici, giornalistici e storici, fanno a gara per calunniare l’Antifascismo e la Resistenza. I guastatori svolgono un sottile e squallido lavoro, gettando fango sull’onore e sul sacrificio di chi ha combattuto il fascismo e il nazismo, glorificando i criminali di Salò e i delatori di ebrei e civili innocenti.
A Varese ci sono individui che da alcuni anni si ritrovano per festeggiare il compleanno di Adolfo Hitler , un criminale che ha provocato la guerra, distruggendo intere città e oltre 40 milioni di morti in Europa. Il gioco si fa’ doppiamente sporco tra l’indifferenza generale.
Deve essere chiaro, la memoria su cui si fonda il futuro si chiama Libertà e Democrazia.
Nessuno deve rimuovere la memoria. Si cerca di accomunare i martiri della lotta di Liberazione con i morti della repubblica di Salò. Abbiamo rispetto per i morti, ma non si possono assimilare vittime e carnefici. Non si può glorificare per contiguità ideologica chi ha sostenuto i nazisti che saccheggiavano e distruggevano le nostre città. Dalla Resistenza e dalla Liberazione scaturì la Repubblica Italiana. La Repubblica è il collante che tiene insieme eventi e valori. La memoria ha ispirato i costituenti fissando i principi nella Carta Costituzionale affinché quel tragico passato non possa più ripetersi. Libertà e Democrazia non sono un dono ma una conquista che si consolida giorno per giorno, scongiurando ritorni reazionari sempre possibili. Settanta anni fa l’Italia intera esultava e gioiva perché la guerra voluta dal nazismo e dal fascismo si era conclusa. Un grido di gioia e di speranza ci univa tutti: “Non più guerre. Non più”
Mi sia consentito di ricordare oggi un italiano, “Giovanni Lo Porto”, impegnato in una missione umanitaria in Pakistan morto in seguito ad un attacco aereo compiuto da “Droni” americani contro presunte bande terroristiche. Dobbiamo di fronte ai drammi che coinvolgono i popoli del Medio Oriente trovare il senso comune della pace, della solidarietà e della giustizia. Dobbiamo operare e sollecitare la convivenza fra i popoli.
Chiediamo all’Europa e a tutti i paesi europei di concorrere e di farsi carico dell’emergenza per aiutare le popolazioni che fuggono dalla guerra. Durante questa manifestazione abbiamo ascoltato l’intervento di molti giovani che hanno portato il loro saluto e la loro testimonianza.
E’ importante che i giovani conoscano la storia della resistenza. E’ un dialogo che deve continuare, che ci coinvolge emotivamente e assume un significato e un valore importante. Gli anziani devono trasmettere la memoria di quanto è accaduto affinché non si ripeta. Attraverso la conoscenza del passato si aiutano i giovani a comprendere meglio la realtà attuale. Anche questo è un modo per realizzare e concretizzare i valori che sono elencati nella Costituzione. Solo così onoreremo il sacrificio dei Martiri della Resistenza che ci hanno lasciato il dono della Pace, della Solidarietà e della Democrazia e che noi tutti dobbiamo custodire.
Giuseppe Gatti, 25 Aprile 2015
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