Conclusa l’ Assemblea Ordinaria Annuale 2014 ANPI Gallarate

Conclusa l’ Assemblea Ordinaria Annuale 2014 ANPI Gallarate

Conclusa l’ ASSEMBLEA ORDINARIA ANNUALE 2014 della sezione Anpi Gallarate

Sabato 01 Febbraio 2014 si è svolta l’Assemblea Ordinaria Annuale della sezione Anpi Gallarate, alla quale hanno partecipato un congruo numero di iscritti e Rappresentanti di Sindacati e Associazioni, nello specifico di Federico Schioppa, Segr. Dello SPI – CGIL di Gallarate, e Carlo Naggi, Pres. ACLI Gallarate. Hanno portato inoltre il loro saluto per iscritto (che più sotto riportiamo) il Segr. Del Movimento Federalista Europeo (sez. di Gallarate) Antonio Longo e Giuseppe Gatti, Pres. onorario della sezione, assente per precedenti impegni già assunti.

I lavori, preceduti dalla elezione (a norma di Statuto) del Presidente dell’Assemblea (su proposta del Relatore è stata designata GAIA ANGELO), sono proseguiti secondo l’o.d.g. previsto.

Ha quindi preso la parola il presidente di Sezione Michele Mascella per la RELAZIONE, che di seguito riproduciamo:

RELAZIONE DEL PRESIDENTE

ALL’ASSEMBLEA ORDINARIA ANNUALE

DELLA SEZIONE ANPI DI GALLARATE

SABATO 01 FEBBRAIO 2014

Compagne e compagni, amici tutti qui convenuti,

un anno quasi esatto ci separa dalla nostra ultima Assemblea, tenutasi il 3 Marzo del 2013, a ridosso delle appena concluse elezioni politiche del 24 e 25 Febbraio, con un risultato elettorale che dava la misura di un Paese lacerato e diviso, e con la impossibilità apparente di soluzioni governative adeguate.

Le considerazioni che allora esponemmo, come auspicio di un forte cambiamento degli assetti politici complessivi nel nostro Paese, furono disattese, non trovando poi conferme, e tutti ricordiamo come si pervenne al cosiddetto “governo delle larghe intese” che tuttora è alla guida del Paese. Unica novità di rilievo l’ingresso in Parlamento di numerosissimi giovani, alla loro prima esperienza parlamentare, che hanno in effetti cambiato il volto ormai stantio di quella Istituzione: ma senza, di fatto, renderla nuova.

2014-02-01-15-51-37Ricordiamo la forte, fortissima contrapposizione che si sviluppò tra i cittadini e molte forze politiche in occasione della istituzione del comitato dei saggi incaricato di modificare, nella sostanza, la Costituzione, ed il largo movimento che intorno e contro questa ipotesi (da molti definita “sciagurata”) si venne formando, con una prima grande manifestazione nazionale indetta a Bologna il 2 Giugno e definita “La Costituzione non è cosa vostra”, alla quale aderì l’Anpi Nazionale ed il suo Presidente Carlo Smuraglia, e la successiva, il 12 Ottobre, denominata “La via maestra”, alla quale, tra molti episodi di contestazione interna ed anche esterna, l’Anpi Nazionale decise di non aderire, giudicando la manifestazione palesemente di parte e foriera di sviluppi partitici. Molte furono invece le sezioni Anpi che aderirono e parteciparono a questa manifestazione, “disobbedendo” per così dire alla direttiva nazionale, che causò non poco sconcerto tra i militanti.

Non siamo mai stati conservatori, e non ci siamo mai opposti ad una revisione della Costituzione che però fosse rispettosa dei procedimenti insiti ad Essa stessa, pensati dai Padri Costituenti proprio per impedire un uso spregiudicato e di parte delle modifiche che si volessero apportare: ma siamo, purtroppo, a constatare come queste tentazioni siano ancora latenti, a cominciare dalla nuova legge elettorale in via di definizione che, pur introducendo alcune novità, sembra per altri versi ricalcare una blindatura che mortifica la democrazia in senso lato. E l’ Anpi Nazionale ha rilevato questi aspetti, aderendo questa volta con immediata convinzione all’Appello promosso da molti giuristi, tra i quali il Presidente Carlo Smuraglia, per scongiurare il ripristino di quello che viene definito il “Porcellum – Italicum”. Recuperando, se posso dirlo, un rapporto tra la base e la Direzione Nazionale che quell’episodio aveva fortemente appannato.

E’ certa comunque la nostra manifesta perplessità nei riguardi di una operazione che ha di fatto sdoganato politicamente un condannato da tre gradi di giudizio, ed averlo reso protagonista di cambiamenti istituzionali che daranno un nuovo volto all’Italia di oggi e di domani, minata così sul nascere da severi dubbi di opportunità politica e costituzionale.

L’attività dell’Anpi Gallarate nell’anno trascorso è stata intensa, e non elencherò pedissequamente tutte le iniziative a cui abbiamo dato luogo: a parte quelle cosiddette “istituzionali”, ricordo

1. la mozione antifascista presentata su nostra esortazione al Consiglio Comunale e firmata da vari Consiglieri (tra i quali nostri iscritti) e depositata il 12 Giugno indi successivamente approvata e fatta propria come delibera n° 33 il 20 Giugno;

2. la richiesta di riconoscimento ai bambini stranieri nati in Italia della concessione della cittadinanza italiana onoraria che si traduca in “ius soli”, con lettera all’Amm. Com.le del 2 Giugno;

3. la partecipazione alle esequie di Laura Prati a luglio e produzione di una clip commemorativa nella triste occasione, ed astenendoci da speculazioni successive sulla figura della compianta compagna;

4. la partecipazione alla Festa Regionale a settembre dell’Anpi Piemonte;

5. la partecipazione alla manifestazione indetta dall’Anpi Regionale a Como il 12 Settembre contro il raduno internazionale nazifascista a Milano;

6. la lettera inviata il 21 Novembre a tutte le Istituzioni del territorio provinciale con la richiesta di non concessione di luoghi e/o spazi pubblici ad organizzazioni di chiara matrice nazifascista, piuttosto ricorrenti negli ultimi tempi in questo ambito: lettera che a tutt’oggi non ha avuto riscontro alcuno da nessuna delle Istituzioni alla quale si è rivolta, dal Comune fino al Prefetto;

7. la partecipazione alle iniziative del MFE intorno alle problematiche dell’Europa quale convinta necessità della sua evoluzione in senso popolare, ed un incontro con lo stesso MFE avvenuto il 14 Nov. nel corso di un apposito Direttivo;

8. collaborazione con l’Assoc. “Vivere Crenna”.

Tutto ciò senza dimenticare la necessaria attenzione al corpo complessivo degli iscritti, la cui rinnovata adesione si persegue con la collaborazione di diversi “collettori” a ciò preposti.

Gli iscritti al 31 Dicembre 2013 sono stati complessivamente 242, con 13 nuovi iscritti e 12 che per altre ragioni non hanno rinnovato la tessera; ci hanno lasciato in corso d’anno i compagni Giovanni Preti e Ambrogio Zocchi, che qui ricordiamo ancora una volta.

Per celebrare il biennio della Resistenza, e cioè il 70° anniversario di quella felice esperienza, oltre le attività messe in campo già con il 25 Aprile dell’anno scorso, abbiamo programmato una serie di tre incontri con gli studenti dell’Ist. Falcone nel mese di Febbraio, che sfoceranno poi nel 25 Aprile 2014 (con l’attribuzione di un premio alla memoria intitolato ad Ambrogio Zocchi); 25 Aprile che stiamo provando a rendere quest’anno “diverso” dai precedenti, affidandoci anche alla collaborazione di un gruppo teatrale che dovrebbe intervenire in “itinere” lungo il percorso ufficiale della manifestazione. Tutto ciò con l’indispensabile beneplacito dell’Amm. Comunale che contatteremo al più presto.

In questo ambito si inserisce anche la performance di Mariangela Martino con il suo spettacolo “Monologo sul male” che si terrà al Caffè Teatro di Verghera il 7 Febbraio alle ore 21.00, promosso in collaborazione con l’Anpi Samarate.

E’ prevista inoltre la presentazione del “Libro dei Deportati”, in data ancora da definire, scritto dal Prof. Giancarlo Restelli in collaborazione con alcune Anpi territoriali, tra le quali la nostra: anche in questo caso ci rivolgeremo all’Amm. Comunale per la concessione di una giusta locazione dell’evento, che riguarda anche i Deportati della nostra città.

E per accennare al documento “Spunti per la riflessione”, propedeutico alla Conferenza Provinciale di Organizzazione, fissata per il 21 Febbraio a Varese, bisogna rilevare come lo stesso esordisce con una forte preoccupazione per le varie insorgenze fasciste e naziste che caratterizzano questo periodo un po’ in tutta Europa, alla vigilia delle elezioni Europee, ed in contrasto violento con l’idea stessa di Europa: l’ Anpi, come già in passato e ripetutamente, non può non cogliere le tiepidezze istituzionali in merito al problema, che si sono fatte concrete con sottovalutazioni pericolose e che noi non condividiamo, tenendo fede a quello spirito di “coscienza critica” che ci siamo dati fin dall’ultimo nostro Congresso Nazionale.

Quale deve essere allora il ruolo dell’Anpi nella realtà multiforme ma indistinta che caratterizza l’attuale scenario politico?

Ebbene, se con le sue forze e, quando possibile, in sinergia con altre Associazioni, l’Anpi riesce a proporre, progettare e sviluppare iniziative che sensibilizzino i cittadini e che meglio ancora, li coinvolgano nelle varie attività che di volta in volta vengono adottate, è già un buon viatico destinato a produrre soprattutto conoscenza, consapevolezza, e certezza che questa è la sua missione fondamentale, e che ogni sconfinamento irragionevole in altri campi che non siano l’Antifascismo militante, la Memoria più condivisa possibile, la difesa ragionata della Costituzione e la sua eventuale rivisitazione con i percorsi da Essa stessa delineati, configurerebbero ben presto una qualità diversa dell’Associazione, che in nessun caso potrà mai essere protesi di qualche Partito, piccolo o grande che sia.

Per tradurre però in pratica operante quanto appena detto, è necessario elevare il rapporto iscritti-militanti, che è notevolmente basso, anche quando sia richiesta una partecipazione passiva: mi riferisco ad esempio alla scarsa partecipazione alle varie iniziative teatrali-musicali messe in campo, con dispendio di fondi degli iscritti e un fortissimo impegno per realizzarle di pochissimi militanti. Questo è un problema in verità rilevato anche in ambito regionale e provinciale, e che sarà tema di discussione nella Conferenza di Organizzazione annunciata.

A questo proposito voglio citare un passo importante del documento prima citato:

“Il divario tra adesione e impegno (militanza):

Ogni anno, noi riceviamo nuove iscrizioni e ne siamo felici.

Ma alla fine dell’anno, mentre conquistiamo nuovi iscritti, ne perdiamo altri dell’anno precedente. Il saldo numerico varia di poco; ma quello politico impone una riflessione. Se è così, i casi sono due: o ci si iscrive solo per un’occasionale fiducia nell’ANPI, che noi deludiamo; oppure siamo noi che non siamo capaci di trasformare un atto di fiduciosa ma generica iscrizione, in adesione convinta e fattiva. Oppure, concorrono entrambi i fattori; ma è certo che vanno risolti, non solo perché non dobbiamo deludere nessuno, ma anche perché dobbiamo essere capaci di valorizzare tutte le energie disponibili, trasformando in impegno quella che era una semplice adesione”.

Per fare questo, bisogna crederci, e dedicare un po’ del proprio tempo all’Anpi ed alla pratica dei suoi valori: se ognuno di noi, nella consapevolezza della necessaria vigilanza democratica, si impegnasse un tantino di più, avremmo senza alcun dubbio una Organizzazione ulteriormente vitale, puntuale e capace di affrontare tutti i vari aspetti della società civile e politica in cui viviamo. Questa ovviamente non è e non deve apparire come una reprimenda, bensì un invito accorato ad una maggiore partecipazione alla vita dell’Associazione.

L’attualità politica è estremamente sconfortante, se solo si pensa come siamo passati dalle mortadelle ingurgitate come ingiuria alla violenza inusitata professata ed esercitata in questi giorni all’interno della più alta Istituzione Repubblicana, il Parlamento.

Di tutto ciò è la Democrazia in senso lato a farne le spese, e propriamente i cittadini, i lavoratori, che assistono impotenti a spettacoli degni di altri scenari, mentre la soluzione dei loro veri problemi non solo si allontana, ma si aggrava ogni giorno di più.

Non si può tacere delle incredibili offese personali e, come dice una nostra compagna, di stampo “sessista” nei confronti di qualsiasi donna, a prescindere dalla sua collocazione politica o istituzionale e del ruolo che svolge: e nemmeno delle gravissime accuse ed insulti rivolti al Presidente della Repubblica, al di là di ogni ragionevole perplessità sul suo operato. Così facendo si minano le basi della convivenza civile magistralmente codificate nella Carta Costituzionale.

Ma è altrettanto vero che il protrarre all’infinito la soluzione dei problemi, ed anzi allontanandone a bella posta, spesso, le possibilità di venirne a capo, ha il solo risultato di allontanare i cittadini dalla politica, quella, nobile, che professavano ed auspicavano uomini come Pertini e Berlinguer e molti altri, esempi che si vogliono far dimenticare ma che l’attualità non fa che riproporre.

Ed allora ha ragione il Prof. Michele Ciliberto che nel suo saggio “La Democrazia dispotica”, citando Tocqueville, avverte, tra l’altro, come:

“E’ stato infatti Tocqueville a segnalare i rischi della democrazia con due esiti possibili: diventare tutti eguali e tutti schiavi, oppure tutti eguali e tutti liberi. Ma la storia europea moderna ha dimostrato che la prima possibilità è più concreta della seconda: quello che, infatti, sta crescendo è un “potere sociale” che assume il controllo di tutti, togliendo autonomia e responsabilità ai singoli, i quali a loro volta delegano a questo potere la gestione della loro vita. Non si tratta di un problema solo italiano: né di un morbo che affligge solo la destra.

E’ una tendenza dell’epoca nella quale si intrecciano dispotismo, plebiscitarismo, populismo, dinamiche di tipo carismatico.

Per questo “il berlusconismo è una forma patologica della democrazia dei “moderni”: appartiene alla storia e alle metamorfosi della democrazia occidentale; e in questo senso, come oggi riguarda l’Italia, così può riguardare anche altre democrazie europee.”

Le analisi del Professore dimostrano come sia possibile il verificarsi dell’ossimoro contenuto nella definizione di “Democrazia dispotica”: e a me sembra sia stato facile profeta.

Michele Mascella

Gallarate, 1 Febbraio 2014

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E’ quindi intervenuto Federico Schioppa per lo SPI – CGIL, che nel suo intervento (qui estremamente sintetizzato) ha voluto evidenziare come la situazione che stiamo vivendo sia carica di pericolosità sociale, in quanto “stiamo perdendo sempre più occupazione”, e nel nostro territorio denuncia la scomparsa pressoché totale del settore tessile. In questa difficile situazione si inseriscono i rigurgiti fascisti e populisti, come le scritte nazifasciste anche alle sedi Cgil di Tradate e Saronno. Importante l’azione dell’Anpi nella Memoria e nell’informazione storica: cita l’incredibile scena alla quale si è assistito in una nota trasmissione a quiz circa la data dell’ascesa al potere di Hitler, misconosciuta da tutti i concorrenti. Invita tutti a partecipare al prossimo Congresso della Lega SPI – CGIL di Gallarate, che si svolgerà il 5 Febbraio.

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Carlo Naggi, Pres. delle ACLI Gallarate, informa che le Acli compiono quest’anno il 70° dalla loro fondazione, ed in questo si uniscono al 70° della Resistenza. Denuncia l’aumento del lavoro dei volontari dell’Assistenza verso gli indigenti, e la delinquenziale gestione del mercato del lavoro, come forma di controllo sociale del territorio, non alieno da infiltrazioni della criminalità organizzata, che si manifesta con una presenza mafiosa anche qui da noi; per cui è necessaria ed ineludibile la battaglia per la legalità, per il sostegno concreto alla Carta Costituzionale, di cui recuperare i valori distrutti.

Antonio Longo, Segr. Del MFE di Gallarate, ha inviato il suo messaggio che di seguito riproduciamo per intero:

“Cari amici,

l’Assemblea di quest’anno cade in un momento particolare per l’Italia e per l’Europa.

Stiamo assistendo in Italia a pericolosissime manifestazioni di uno stile di lotta politica che ricorda lo squadrismo fascista dei primi anni ’20.

Il pretestuoso attacco al Presidente Napolitano e il tentativo di bloccare i lavori parlamentari ci dicono che si vuole paralizzare la vita del Paese. Si vuole precipitare il Paese verso elezioni anticipate (abbinandole a quelle Europee, che verrebbero così soverchiate dal polverone della ‘rissa nazionale’) e favorire una svolta eversiva.

Occorre dunque lavorare, spiegare e convincere gli italiani – e in particolare i giovani – perché che non cadano nell’equivoco di scambiare vecchi squadristi per nuovi rivoluzionari.

L’ANPI, per la sua storia, può fare molto sotto questo aspetto. Il richiamo all’antifascismo e alla difesa della democrazia è forte ed efficace se si comprende che la crisi del nostro Paese non è dissimile con quella che sta attraversando l’Europa, dove si manifestano ed accrescono gli stessi movimenti nazionalisti, xenofobi ed anti-europei.

Non è un caso che tutti questi movimenti genericamente definiti ‘populisti’ e ‘demagogici’ – ma comunque connotati da comportamenti parafascisti – abbiano tutti in comune il rifiuto del progetto di unità europea. Questi movimenti capiscono benissimo che un’Europa che avanza verso l’unità politica, con un governo democratico dell’Unione, sarebbe il più forte antidoto verso il neo-fascismo, comunque mascherato.

Dunque, sta diventando sempre più evidente che la lotta antifascista coincide con quella per l’unità europea. Occorre allora, per sconfiggere questi movimenti eversivi, indicare con precisione due obiettivi da conquistare.

Il primo è sul terreno economico e sociale. La crisi italiana è il sottoprodotto della crisi europea. Dobbiamo batterci perché si passi dall’Europa dell’austerità a quello dello “sviluppo”, di uno sviluppo compatibile e capace di generare una nuova occupazione per le giovani generazioni. Il Movimento Federalista Europeo si prepara a lanciare l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) per chiedere alla Commissione europea che uscirà dalle urne del prossimo Maggio un Piano europeo straordinario per uno sviluppo sostenibile e per l’occupazione. Un ampio schieramento di forze sociali si sta formando per raccogliere 1 milione di firme in almeno 7 Paesi europei. Siamo certi che anche l’ANPI vorrà unirsi in questa lotta comune.

Il secondo è sul terreno della democrazia. Per salvare la democrazia sul piano nazionale occorre far crescere la democrazia europea. Senza un governo europeo democratico (capace dunque di affrontare i temi dello sviluppo e del ruolo dell’Europa nel mondo) non può esserci una reale ‘governabilità’ dell’Italia, quale che sia la legge elettorale che uscirà dal Parlamento. Perché anche un governo sorretto inizialmente da una forte maggioranza andrebbe presto in frantumi in un’Europa che si disfa perché non sa risolvere i problemi.

In conclusione: la lotta per lo sviluppo coincide con quella per la democrazia, in Italia e in Europa. La lotta antifascista coincide con quella per l’unità europea.

Antonio Longo – MFE Gallarate

1.2.2014

Il Sen. Giuseppe Gatti ha consegnato il suo saluto che riproduciamo:

“Al Presidente dell’ Anpi di Gallarate Michele Mascella ed agli iscritti:

Cari compagni ed amici,

sono rammaricato di non poter partecipare all’assemblea annuale degli iscritti, avendo un impegno improcrastinabile da tempo programmato.

Esprimo al compagno Michele Mascella e ai compagni della segreteria il mio apprezzamento per il lavoro svolto durante l’anno trascorso.

Sottolineo la mia preoccupazione per la difficile situazione politica, economica e sociale e per il diffondersi dei movimenti eversivi antidemocratici in Italia e in Europa.

Serve un’Europa che crei sviluppo economico, lavoro e occupazione.

Il rigore e l’austerità provoca recessione e disoccupazione. Bisogna impedire che il malessere sociale si trasformi in eversione antidemocratica.

L’ Anpi in occasione delle imminenti elezioni europee è chiamata a svolgere un’azione politica intelligente affinché nel nuovo Parlamento europeo si rafforzi la presnza di parlamentari che si ispirano ai valori dell’antifascismo, a difesa della democrazia, contrastando i risorgenti fenomeni di neonazismo ed il risorgere del razzismo a cui si ispirano i movimenti populisti.

La Costituzione va difesa contro i tentativi di manipolazione e soprattutto deve essere attuata nei suoi principi e nei suoi valori. Queste sono alcune delle mie idee che avrei voluto sviluppare nel dibattito. Certamente avrò modo in altre occasioni di esprimere le mie opinioni.

Auguro un impegno sempre maggiore per il rafforzamento della nostra Associazione e a tutti voi buon lavoro.

Personalmente continuerò a portare il mio modesto contributo fichè le forze me lo consentiranno.

Giuseppe Gatti

Gallarate, 1/2/2014

Sono successivamente intervenuti:

GAIA ANGELO del Direttivo di Sezione: ribadisce il ruolo fondamentale della Costituzione, e l’assetto incostituzionale della legge elettorale che si va delineando; rileva i tentativi di marginalizzazione della Fiom; auspica gli iscritti all’Anpi come Partigiani della Costituzione, e chiede che nelle elezioni di qualsiasi livello alle donne venga assegnato il 50% come fu per la Resistenza; rileva l’insorgenza dei neofascismi e della xenofobia come manifestazioni di diffuso egoismo; Europa necessaria se unita; elezioni europee fondamentali per la democrazia.

ALESSANDRO COEREZZA del Direttivo di Sezione: concorda con quanto esposto da Gaia ed aggiunge che l’Anpi deve essere presente sul neofascismo emergente; auspica maggiore coordinamento tra le Anpi territoriali in particolare sui fatti legati alle insorgenze fasciste.

GAETANO CATTANEO iscritto: chiede che la Città di Gallarate si faccia carico di esaltare e raccontare la vicenda della Cardosi e della sua famiglia, e di illustrare meglio il clima politico-sociale di quegli anni, immerso nel sospetto e nella facile delazione; chiede inoltre che l’Anpi Nazionale si faccia carico di una iniziativa atta a concedere il riconoscimento della Laurea Honoris Causa alla memoria per Giancarlo Pajetta, che non poté conseguirla per le persecuzioni fasciste cui fu sottoposto.

Si è quindi passati alla esposizione di Elia Fasoli del Bilancio economico della sezione al 31/12/2013, ed alla sua approvazione, che è stata ottenuta all’unanimità.

VARIAZIONI DEL COMITATO DIRETTIVO:

Sono state presentate le dimissioni dal Direttivo di Sezione dei compagni:

ALESSANDRO COEREZZA: accettate con 1 contrario e 1 astenuto

VERA BIENATI: accettate con 1 contrario e 1 astenuto

GIORGIO RAPPO: sospese fino al prossimo Direttivo con 1 astenuto

Dimissioni di ELIA FASOLI dalla carica di Tesoriere: accettate con 1 astenuto (la carica viene provvisoriamente assunta dal Pres. Mascella).

Le motivazioni di tutti i dimissionari sono logistiche e personali.

Il Pres. Mascella propone che entri a far parte del Direttivo il compagno ENNIO MELANDRI: proposta accettata all’unanimità.

Su proposta del Presidente Mascella et altri vengono eletti all’unanimità e designati quali DELEGATI alla Conferenza di Organizzazione Provinciale i seguenti compagne/i:

M. MASCELLA – ILARIA ENRICA MASCELLA – PATRIZIA FOGLIA – ALESSIO MAZZA – ELIA FASOLI – GAIA ANGELO – ALESSANDRO COEREZZA – VERA BIENATI – ROBERTO CRUSCO – FABIO COLOMBO – CALOGERO CASA’ – CORRADO COLOMBO.

Riportiamo di seguito e per intero le conclusioni del Rappresentante Provinciale Massimo Ceriani:

Conferenza di organizzazione cosa significa?

Interrogarsi se l’organizzazione di Anpi è attuale, se è in grado di offrire risposte alla crisi culturale, civile e politica del paese e delle persone, rivendicando e aggiornando la sua tradizione di cura della memoria e di difesa della Costituzione.

Il terreno della riflessione e della proposta è ripensare la struttura organizzativa e praticare modalità di coinvolgimento degli associati, anzitutto promovendo la formazione e attivando forme di progettualità dal basso e diffuse.

La sfida è quella di abbassare il divario tra iscritti e impegnati ed è quella di sviluppare iniziative oltre il recinto della sinistra, cioè di costruire, insieme ad altre associazioni, una cultura civile e politiche in difesa dei diritti e del welfare nell’orizzonte europeo.

Nei nostri territori ci sono molti esempi di cose fatte bene, di aperture nelle relazioni con i giovani, di coinvolgimento di cittadini, di afascisti, di Istituzioni locali, di progettazione nelle scuole …

Due temi rilevanti

Due temi rilevanti sono quelli da mettere al centro dei nostri impegni: il primo riguarda la cura della memoria e le forme attuali dell’antifascismo; il secondo è la difesa della Costituzione e la rilevanza da porre nei confronti dei diritti di cittadinanza e della dignità del lavoro.

2014-02-01-17-58-31Sull’antifascismo oggi. Cosa ci può dire l’antifascismo oggi? non può certo essere ridotto all’antifascismo militante, che consiste nello scontrarsi e nel ribattere colpo su colpo a quello che fanno i fascisti e i neofascisti. C’è un impegno più profondo, più serio, quello che ci deve indurre a interrogarci e ragionare sul perché l’intera Europa è percorsa da ondate di nazifascismo, perché compaiono autoritarismi e populismi e idee razziste nel mondo. L’antifascismo è la ricerca di una risposta concreta a questi interrogativi; è approfondimento e ragionamento, è impegno a far conoscere che cosa è stato il fascismo, è lotta contro l’indifferenza e la rassegnazione, è impegno contro ogni forma di violenza e di autoritarismo.

In sintesi le forme dell’antifascismo devono tenere insieme: la conoscenza dei tratti e della consistenza del fenomeno delle nuove destre; l’impegnare le istituzioni – ad es. le proposte di mozione nei consigli comunali; la promozione di presidi antifascisti insieme ad altre associazioni e ai cittadini; le iniziative sul fronte culturale dentro e fuori delle scuole per l’educazione alla cittadinanza, base e strumento di ogni vera democrazia.

Sul secondo tema, quello della difesa della Costituzione

La Costituzione italiana ci indica ancora oggi la bussola, l’orientamento per muoverci in un periodo difficile.

Anpi sostiene che è importante essere fedeli alla Costituzione e ciò significa esigere una inversione di rotta nella lotta alla illegalità e alla corruzione, nella lotta alla disoccupazione e alla precarietà, nella lotta all’evasione fiscale e alla dismisura del privilegio, nella tutela dei diritti civili e della laicità dello stato, nella rifondazione della politica dentro l’orizzonte europeo dei diritti e del welfare.

Anpi ha aderito alla manifestazione del 2 giugno a Bologna Non è cosa vostrapromossa da Libertà e Giustizia per rispettare la Costituzione e contrastare le ipotesi di presidenzialismo e di smantellamento della Costituzione nata dalla Resistenza.

C’è stato poi il movimento della Via maestra(del 12 ottobre 2013 ) con Zagrebelski, Landini, Rodotà, Don Ciotti e altri, cui Anpi non ha aderito per il rischio di un approdo a un partito della sinistra …

Di grande interesse è la recente posizione di Stefano Rodotà in merito all’idea della Via maestra: la traduzione che circola ancora è che il percorso debba approdare, se non a un partito, almeno a un cartello elettorale alle europee. In vista delle prossime elezioni europee Rodotà sostiene l’importanza di creare/continuare una mobilitazione della “coalizione sociale a difesa della Costituzione e di un’Europa democratica,

Non la partecipazione a una lista che altri potranno fare legittimamente – la lista di cittadinanza Per un’altra Europa – e neppure soltanto le dichiarazioni individuali a sostegno di qualche candidato; bensì iniziative pubbliche e di impegno civile, che possono coinvolgere Anpi insieme ad altre associazioni, sui temi dell’Europa contro le politiche del rigore – ad es contro il pareggio di bilancio introdotto nel nuovo art. 81 della Costituzione, sui temi del lavoro – ad es. per il reddito minimo o di cittadinanza, sulla democratizzazione e partecipazione dei cittadini alla costruzione di un’Europa democratica e solidale – ad es. con le iniziative referendarie dei cittadini europei / ICE.

Una linea di condotta da assumere

Nella difficoltà a comprendere la situazione civile, culturale e politica del paese, nel disagio in cui ci troviamo a dialogare e ad aprirci al confronto con i cittadini e tra di noi – a volte mancano parole, idee, non si dà ascolto, si ricorre a toni alterati, fino alla disistima o al disprezzo degli altri -, è importante ricercare condizioni per ripensare la politica e dare l’esempio nel quotidiano.

Non penso che sia superfluo lavorare nell’organizzazione per emanciparsi e costruire fiducia; costruire buone relazioni che possono aiutarci nel difficile compito di stare in una organizzazione e di non farne un Moloch, anzi di renderla quasi un luogo di fratellanza.

Conferenza di organizzazione è un termine della politica novecentesca, quello della militanza, del noi burocratico e militaresco. In quel noi stava e sta nascosto anche un quotidiano di legami e mondi vitali, di speranze e di benessere…

Della Conferenza di organizzazione possiamo farne una variante fantasiosa; lì e in altri momenti dell’Anpi ritrovarci per rifondare la politica, per costruire relazioni, un altro noi…

Ripensare l’organizzazione è un compito; un secondo compito è la formazione delle persone.

Dobbiamo intensificare gli sforzi diretti alla formazione degli associati, un capitolo di impegno importantissimo, da progettare e da gestire.

E curare l’innovazione nell’organizzazione, operando per migliorare le comunicazioni e le reti di relazione tra sezioni e provando a rendere il Comitato provinciale un luogo aperto di riflessioni, di confronto e di progettazione delle priorità ( anche attraverso gruppi di lavoro che attivano la partecipazione e la costruzione condivisa di progetti e di proposte).

01 Febbraio 2014

Massimo Ceriani

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