Comitato Provinciale Anpi Varese 5 Gennaio 2013

Comitato Provinciale Anpi Varese 5 Gennaio 2013

RELAZIONE MASCELLA

COMITATO PROVINCIALE 5 GENNAIO 2013

Care e cari compagne/i,

è mia intenzione, per scelta ponderata, di essere breve e spero compendioso in questa Relazione, per dare modo a molti di noi di esprimere, se vorranno, le loro opinioni ed osservazioni in ordine alla convocazione odierna del Comitato Provinciale che titola, nell’o.d.g., “Compiti e iniziative dell’ANPI nella attuale situazione politica”, con ciò prevedendo un’azione incisiva della nostra Associazione nel più ampio quadro politico che la particolare situazione pre-elettorale certamente presuppone.

Dall’ultima riunione del Comitato Regionale tenutasi a Milano il 1° Dicembre 2012, arricchita da una lunga e puntuale relazione del Presidente Montagna, e che non è qui possibile nemmeno sintetizzare, emergono alcuni punti, tra i molti elencati dal relatore, che devono farci riflettere, e che vanno dalla critica all’allora governo in carica alla disoccupazione incombente ormai al 36%, dalla questione morale che affligge l’intero Paese nelle sue varie espressioni istituzionali alle competizioni elettorali in corso ecc. ecc.. Ve ne citerò alcuni, che mi hanno trovato non solo concorde, ma pienamente in sintonia.

  • Rapporto iscritti – militanti: questo dato è insoddisfacente, e riflette le difficoltà in cui si dibatte non solo il Regionale, ma anche molte strutture periferiche. E’ necessario attivare una vera e propria caccia all’attivista, chiamiamola così, perché si traducano in operatività tutte le iniziative cui l’Anpi intende dare vita: un esempio è stato quello del Convegno sull’Europa, al cui successo hanno contribuito molto di più le organizzazioni periferiche che non quelle di Milano. Ma la stessa sofferenza è rilevabile nella nostra Provincia, dove spesso si denota una carenza manifesta di partecipazione diretta ad eventi che contraddistinguono la presenza qualitativa dell’Anpi, ma che si traduce in una presenza numericamente risicata. L’invito operativo è dunque rivolto ai dirigenti dell’Anpi Provinciale, e cioè ai membri di questo Comitato affinché si facciano carico della necessità di coinvolgere un numero sempre maggiore di compagne e compagni nelle attività dell’Anpi.
  • Da questo rapporto discende un altro dato che dall’osservatorio regionale risulta essere comune a varie realtà, compresa la nostra: la forte necessità della formazione, o auto formazione, che per la verità il nostro Comitato Provinciale ha già preso in considerazione, affidando a Massimo Ceriani, come ricorderete, l’incarico di provvedervi. Non è dunque peregrina l’idea dello stesso Ceriani che l’aveva proposta ben prima di questo ultimo Comitato Regionale: il problema consiste nei modi, nei tempi, nei luoghi ove tenere questa formazione, quale target dovrà avere ed a chi dovrà essere rivolta. Non è un caso se al Montagna risulti una scarsissima conoscenza degli eventi resistenziali e storici, nonché una scarsa conoscenza delle leggi esistenti contro il fascismo presso una grande parte degli associati all’Anpi: di qui l’esigenza di cui prima accennavo, e che Tullio Montagna ha voluto riprendere. Nel mese di Febbraio sarà tenuto un corso di formazione sulla Resistenza Europea indetto dall’Anpi Provinciale Milano presso la CDL di Milano.
  • Esigenza che fa il paio con una altrettanto scarsa conoscenza dei documenti ufficiali prodotti dall’Associazione, che invece dovrebbero essere materia di discussione e confronto tra gli Associati, anche perché costituiscono le linee guida lungo le quali dispiegare la politica complessiva dell’Anpi nella società ed in particolare verso i Partiti, dei quali abbiamo già detto di volere essere “coscienza critica”, senza con ciò ergerci a soloni infallibili e depositari di uniche verità incontestabili: è certo però che il panorama politico generale sembra darci ragione, anche per le vicende di questi giorni, con al centro incomprensibili atteggiamenti e dichiarazioni di chi, fino a ieri super partes, entra con i piedi di piombo nell’agone politico invitando a silenziare a destra ed a manca, compresa la CGIL, chi non condivide le sue opinioni e men che mai i suoi propositi. In questi atteggiamenti e dichiarazioni l’Anpi ravvede necessariamente un comportamento in stridente contrasto con i dettati costituzionali che non può sottacere e che pertanto va denunciato. Nell’appello al voto che tradizionalmente l’Anpi rivolge ai suoi Associati ed ai cittadini in occasione delle competizioni elettorali questo aspetto non potrà essere ignorato, con formulazioni che, pur non privilegiando alcun Partito in particolare, dovranno porre in evidenza la centralità della Costituzione e dei valori che in essa sono racchiusi: valori continuamente ignorati se non aggirati, persino da coloro che dovrebbero esserne i custodi più intransigenti.
  • Il fascismo, dunque, non come lo conosciamo ma anche con le forme nuove ed insidiose che assume per fare proseliti, spesso giovani inconsapevoli, attratti da parole d’ordine ed azioni presentate come rivoluzionarie e foriere di soluzioni sempre definitive: l’Ungheria è lì ad esemplificare come sia reale e possibile che nel cuore d’Europa si insedi una forza nazista che ancora oggi chiede una lista di proscrizione anti ebrei, una vera e propria schedatura; che ciò accada anche in Grecia, e che si presenti con l’accattivante nome di Alba Dorata; e che infine accada anche qui da noi, e più precisamente a Varese, con lo stesso nome. Non possiamo perciò meravigliarci tanto se in uno stadio, a Busto Arsizio, durante una partita di calcio, alcuni giocatori di colore vengono ripetutamente fatti oggetto di urla razziste ed insulti insopportabili, in un clima che è il prodotto di una lunga tolleranza istituzionale incubatrice ormai da tempo dei peggiori fenomeni legati alle insorgenze del nazifascismo: né possiamo meravigliarci delle dichiarazioni rese a caldo dal Sindaco di quella città che tali atteggiamenti ha tollerato e/o ignorato arrivando nel passato a favorire l’insediamento di un associazionismo oscuro più volte denunciato dalle forze democratiche locali. Ben prima di questo recentissimo episodio, che non fa che confermarne la necessità, l’Anpi Provinciale di Varese aveva deciso di promuovere un Convegno a Busto Arsizio, probabilmente nella prima decade di Febbraio, intorno ai temi che prima accennavo, e cioè alla recrudescenza di queste forme estreme di dissenso politico-sociale che assumono vere e proprie sembianze di fascismo e nazismo insieme. Di tali episodi la cronaca locale è piena, a partire dall’aggressione ad Angelo Castiglioni del settembre 2007 , passando per le targhe littorie al Cimitero di Cassano Magnago nel 2008, per le quali l’Anpi Provinciale Varese produsse un esposto alla Magistratura, la vicenda della fondazione Blini e Comunità Giovanile con il coinvolgimento di forze politiche democratiche a Gallarate, quella della cena fascista a Cittiglio, per arrivare ai fatti dell’altro ieri a Busto Arsizio. Giusta quindi la proposta di delibera da presentare ai consigli comunali afferenti il territorio provinciale di Varese suggerita da Angelo Zappoli, che intende responsabilizzare le istituzioni intorno al tema dell’antifascismo, e suggerirne la vigilanza democratica.
  • Per ottenere risultati concreti su questo versante, ma non solo, è necessario che le sezioni Anpi del territorio (ma il problema ha dimensioni soprattutto nazionali) siano tra loro coese, ed in stretta e continua relazione tra di loro. Ciò non vuol dire che non debbano conservare la propria preziosa autonomia, che è un grande valore aggiunto dell’Anpi: ma una maggiore uniformità sulle tematiche generali dell’Organizzazione può essere veicolo anche di interscambi culturali ed informativi utili per accrescere l’incisività dell’azione dell’Anpi sul territorio. A questo scopo nell’ultimo Comitato provinciale fu incaricato il sottoscritto di verificare le condizioni tecniche ed operative per la costituzione di un “Gruppo Rete” che si occupi di questo aspetto: i risultati sono positivi, la Rete tra i vari siti internet delle sezioni si può senz’altro fare, e daremo luogo ad un esperimento “pilota” che coinvolgerà il sito dell’Anpi Provinciale e qualche altro sito di sezioni Anpi del territorio. Anche per questo vi sarà bisogno di referenti locali ai quali rivolgersi per realizzare praticamente quanto ci proponiamo. Ciò, almeno nelle intenzioni, soddisfa anche la richiesta pressante che viene dalla Segreteria Nazionale in merito al proliferare delle pagine intestate ad Anpi che affollano facebook, come si evince dalla circolare di Andrea Liparoto del 27 Nov. scorso: in essa è preminente l’esigenza di offrire al più vasto pubblico che utilizza questi moderni mezzi di comunicazione una immagine il più possibile uniforme dell’Anpi, e soprattutto di unità e responsabilità. Non sono pochi i casi in cui talvolta si leggono linguaggi triviali, offensivi, spesso rivolti alle istituzioni, così come sponsorizzazioni politico-partitiche che non possono essere tollerati oltre, quando compaiono sotto l’egida della simbologia Anpi. E’ necessario quindi procedere alla nomina di un Responsabile provinciale per quanto attiene a queste tematiche, e stessa cosa dovranno fare le singole sezioni che a qualsiasi titolo hanno una pagina in facebook od in altro network. Tali nomi andranno quindi comunicati alla segreteria nazionale. (Per inciso voglio affermare che nella nostra realtà provinciale non si sono manifestate evenienze del genere, o quanto meno non se ne ha notizia).
  • Il 2013 segna anche l’inizio, settant’anni orsono, della Lotta di Liberazione, con tre momenti specifici di quella epopea: gli scioperi del marzo, il 25 luglio, l’8 settembre. Date che si aggiungono a quelle solite, e per le quali bisognerà attivarsi per ricordarle degnamente, in contrapposizione ai tentativi di oblio che vanno respinti: il Regionale invita a comunicare eventuali iniziative locali che potrebbero integrarsi con quelle regionali.
  • Per finire, compagni, lasciatemi tornare al primo punto, quello del rapporto iscritti – militanti. Non abbiamo intenzione, almeno fino ad ora, di tramutarci in una fondazione: siamo ancora un’Associazione e, per quanto prestigiosa e moralmente riconosciuta, come tutte le Associazioni, basiamo la nostra esistenza sulla militanza effettiva e concreta dei suoi iscritti, spesso con sacrificio e senso di abnegazione. Ma è chiaro che gli attori sono sempre più insufficienti a garantire tutte le attività che vorremmo mettere in campo: per questo è indispensabile chiamare ad una maggiore, costante, assidua partecipazione attiva un numero crescente di compagne e compagni che responsabilmente si facciano carico di questa necessità: non si può più a lungo, con la mentalità della delega, far sostenere ai soliti noti il carico complessivo delle cose da fare; non si può e non è neanche giusto. Pertanto ognuno di noi si incarichi di cercare e trovare altre/i compagne/i disposti a diventare, nei fatti, protagonisti del cambiamento, ormai già in atto e non soltanto per questioni anagrafiche.

L’augurio che formulo a tutti noi, per questo nuovo anno, non può che riguardare il Lavoro, che io stimo essere la vera leva rivoluzionaria per ogni cambiamento: il Lavoro come elemento essenziale che contraddistingue la nostra Costituzione, e che deve diventare un diritto reale, e non relegato a dichiarazione di principio. Un diritto che se ulteriormente calpestato potrà dare luogo anche in Italia a scenari nordafricani, evenienza che qualche eminente politologo ha già avanzato come possibile, non lontana, dalle conseguenze apocalittiche per il nostro Paese.

Varese, 5 Gennaio 2013

Alla relazione è seguito un ricco dibattito ed alcune proposte operative, nonchè la unanime approvazione per la sostituzione di alcuni membri del Comitato Prov.le.
Sono stati inseriti nell’organismo dirigente i compagni/e Gaia Angelo, Giuseppe Bestetti, Patrizia Grazioli, ai quali vanno gli auguri di buon lavoro dell’Associazione.

Qui di seguito note dall’intervento di Massimo Ceriani, l’unico pervenuto in forma scritta:

Sulle politiche in campo

Appunti della relazione al Comitato provinciale del 5 gennaio 2013.

Nel quadro più generale sono evidenti le difficoltà e la credibilità del sistema dei partiti, la perdita di credibilità dell’Europa come orizzonte per affrontare le crisi sociale e ambientale…

Sono evidenti le derive nazionalistiche, populistiche e il rischio di crescita dei consensi da parte di forze autoritarie e neofasciste

Sono evidenti le perdite dei diritti del lavoro, l’egoismo sociale e contro i diversi, gli immigrati, la caduta del modello solidaristico del welfare, l’egemonia del discorso economico e finanziario, per cui ciò che conta è soltanto il mercato, lo spread, il pareggio di bilancio, messo addirittura in costituzione da tutte le forze politiche …

Non mi sembra più il tempo di richiamare all’unità delle forze democratiche, perché oggi sono tutte democratiche, persino i moderati e Monti che esprime con la sua agenda un’europeismo conservatore con il patto di bilancio e il rigore, affidando tutto al mercato, riducendo i diritti del lavoro e nella direzione di smantellare il welfare …

C’è stata una metamorfosi profonda della natura dei partiti; non ci sono più i partiti di massa che avevano la funzione pedagogica come richiamato nell’art. 49 ; oggi ci sono, come nella diagnosi di studiosi, i partiti pigliatutto con la corsa al centro, i partiti come agenzie specialistiche, separati dalla società…

Anpi come può porsi nei confronti della società? Per Anpi la politica è civismo, crescita culturale, fare memoria e rendere viva la Costituzione e costruire, allargare spazi pubblici della politica dove i cittadini abbiano voce nel tutelare i diritti di cittadinanza, tutelare la qualità dei luoghi e delle relazioni, difendere la pace e prospettive di buona vita e di lavoro al livello europeo.

Anpi non è un partito politico e non può proporre un progetto di società; né può caldeggiare nessuna formazione politica, non può esprimersi pro Monti o pro Bersani.

Una posizione da assumere oggi è quella di essere fedeli alla Costituzione e ciò significa esigere una inversione di rotta nella lotta alla illegalità e alla corruzione (ridicola la legge anticorruzione che diminuisce le pene per la concussione), nella lotta alla disoccupazione e alla precarietà ( la riforma Fornero, l’assenza di centralità del lavoro e della riconversione ecologica del sistema produttivo …), nella lotta all’evasione fiscale e alla dismisura del privilegio ( la tassazione sui patrimoni più alti, la tobin tax e la carbon tax…), nella tutela dei diritti civili ( difesa dell’autodeterminazione degli individui, lotta contro ogni discriminazione sessuale, dai matrimoni gay alla legge sulla fine della vita ) e della laicità dello stato, nella rifondazione della politica … nell’orizzonte europeo dei diritti e del welfare

Rispetto all’appello al voto

Alle forze politiche in campo e ai candidati possiamo chiedere poche cose:

– come si posizionano sui diritti del lavoro e sui diritti civili (compreso il diritto di cittadinanza degli immigrati nati in Italia)

– quale tutela del welfare

– gli investimenti nelle armi e nelle grandi opere o nella cura del territorio e nella riconversione ecologica…

– una politica diffusa e partecipata ( democrazia e laicità e la stessa richiesta di Federazione, degli Stati uniti d’Europa )

Sul neofascismo

Generale e diffusa è la sottovalutazione dei fenomeni europei, dei pericoli che derivano dalle esperienze populistiche e autoritarie in atto e di quelli che nascono dai collegamenti che si vanno istituendo tra le organizzazioni, comprese quelle italiane, che si ispirano al neofascismo e al neonazismo.

Occorre delineare un programma non solo di difesa democratica, ma anche di sviluppo dell’antifascismo e della cultura dei valori e dei princìpi costituzionali.

a) creare una cultura della legalità e della cittadinanza, della convivenza civile, della tolleranza e della coesione,contro ogni forma di discriminazione e dei fondamenti e dei contenuti della Carta Costituzionale

[a partire dal convegno del 9 febbraio a Busto A. su Neofascismo, democrazia e attualità dell’antifascismo]

b) formazione dei cittadini alla convivenza civile e formazione dei propri iscritti

[ la campagna sulla Costituzione, come formazione civile, di cui ha parlato Angelo Zappoli e la proposta di gestire il questionario della festa di Varese, per riflettere su come noi associati vediamo Anpi, quale ruolo e presenza civile e culturale nel territorio, coinvolgendo alcune sezioni – 5 o 6 realtà provinciali a partire da fine gennaio 2013 – e attivando momenti di riflessione sui risultati e sulle proposte per la nuova stagione dell’Anpi.]

Massimo Ceriani

 

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