Notazioni di Carlo Smuraglia sul neofascismo e neonazismo
Dalle notazioni del Presidente Nazionale Carlo Smuraglia:
L’ANPI sta facendo un lavoro molto approfondito su neofascismo e neonazismo. Un ulteriore sbocco ci sarà il 2 luglio, con un’iniziativa a Gattatico, in collaborazione tra l’Istituto Cervi e l’ANPI, diretta soprattutto alle Istituzioni, con la partecipazione anche del Ministro dell’Interno Stiamo lavorando assiduamente e sempre più in profondità sul problema del neofascismo e sulle tante manifestazioni, in tutta Italia, di rigurgiti di fascismo, nazismo, razzismo.
Abbiamo tenuto un Seminario a inviti il 12 maggio a Gattatico presso l’istituto Cervi e in collaborazione con lo stesso. Un seminario fra esperti, molto attento e analitico. In seguito, abbiamo approfondito i risultati del seminario in un apposito “forum” alla festa di Marzabotto ed anche in questa occasione i contributi sono stati interessanti e ricchi sotto ogni profilo, nel senso che è stato analizzato il fenomeno, se ne sono indagate le cause e le ragioni, si è financo cercato di capire perché un movimento come quello di Casa Pound può esercitare suggestioni fra i giovani e in particolare sugli adolescenti. Abbiamo anche cercato di capire se la legislazione vigente costituisca un buon deterrente e se sia o meno concretamente applicabile.
Un ulteriore sbocco ci sarà il 2 luglio, con un’altra iniziativa a Gattatico, in collaborazione tra l’Istituto Cervi e l’ANPI (“zona democratica, limite invalicabile”) diretta soprattutto alle istituzioni, con la partecipazione anche del Ministro dell’Interno.
Insomma, stiamo facendo ogni sforzo per superare le solite affrettate indagini e riflessioni, per capire fenomeni, cause, pericoli e prospettive e soprattutto per individuare antidoti. Questa era, del resto, la via maestra che abbiamo sempre indicato, anche quando venivamo pressati da chi ci chiedeva precisi e tempestivi interventi sul campo e magari di andare allo scontro in singole occasioni.
Possiamo dire, con piena cognizione di causa, che il fenomeno esiste ed è serio ed in qualche modo preoccupante; trova le sue cause immediate nella situazione in cui versa il Paese e quelle più profonde nello stesso fatto di non essere ancora riuscita, l’Italia, a fare i conti col suo passato e in particolare col fascismo. Questo rifiorire di iniziative di Forza nuova, Casa Pound ed altri organismi similari, certe aperte tolleranze, se non addirittura connivenze, da parte di qualche Autorità pubblica, trovano certamente una spiegazione nella crisi, perché è noto che – tradizionalmente – nei momenti critici si sono sempre acuiti i contrasti e le contraddizioni, incrementandosi le spinte a destra, talora, con sbocchi drammatici.
Ma questo non basta, e non possiamo considerarci soddisfatti se non analizziamo le cause più profonde, anche per capire che cosa occorre fare per contrastare seriamente il fenomeno.
Ovviamente, siamo convinti che nulla deve essere fatto passare sotto silenzio; e se è opportuno – di fronte ad una clamorosa manifestazione neofascista – evitare lo scontro diretto, è altrettanto pacifico che quelle situazioni vanno sempre sottolineate con presidi ed iniziative antifasciste che ribadiscano costantemente che il connotato di fondo di una vera democrazia non può che essere
l’antifascismo.
Ma c’è da fare ancora di più. Se non abbiamo fatto i conti col passato, non è mai tardi, almeno per spiegare che cosa è stato il fascismo, prima e durante la seconda guerra mondiale, quale è stato il ruolo svolto dai repubblichini di Salò per appoggiare e condividere la barbarie nazifascista e per dimostrare per quanto tempo ancora il fascismo è rimasto vivo e vegeto all’interno del nostro Paese, del nostro Stato e del nostro sistema burocratico.
Purtroppo, su questo piano, c’è spesso incultura, scarsa conoscenza, disinformazione; ed ancor oggi c’è bisogno di disperdere, con precise argomentazioni, l’idea, che tuttora alligna, di un fascismo “buono” e “mite”. A questo bisogna reagire, fornire dati, far sapere, pretendere che la scuola informi e faccia conoscere la nostra storia più recente, educando al culto della legalità e della democrazia (antidoti davvero efficaci contro il fascismo); ma bisogna che anche la società democratica (e noi prima di tutto) faccia la sua parte. Perché il problema è culturale e al tempo stesso politico, e su questo piano l’ANPI deve essere davvero in prima linea con iniziative anche di carattere formativo oltre che politico.
Ma è giusto approfondire la riflessione anche sui motivi per cui questi movimenti riescono ad avere un certo appeal, specialmente sui giovani e sugli adolescenti. La magistrale “lezione” del professore Mantegazza, a Marzabotto, che cercheremo di diffondere, se possibile, ha aperto nuovi orizzonti di ragionamento, di riflessione e di comprensione dei fenomeni. Ed è questa una via importantissima da battere, proprio perché – come si dice – è fondamentale, per eliminare il brodo di cultura di certe infezioni, fare in modo che esse perdano non solo la virulenza, ma anche un certo fascino ed una qualche capacità di influenza. Questo chiama in causa ancora una volta la scuola; ed è in questa direzione che occorre insistere perché si faccia finalmente ciò che era scritto perfino nella legge Scelba del 1952, dove l’art. 9 dava precise indicazioni per l’informazione e la piena conoscenza del fascismo; indicazioni che tutti si sono affrettati a disattendere.
Abbiamo poi voluto approfondire il discorso anche attorno all’uso possibile della legislazione vigente, non perché siamo convinti che questi fenomeni si possano combattere (solo) con la repressione giudiziaria, ma perché attorno ad alcune denunce di fatti eclatanti e relativi procedimenti, si potrebbero costruire iniziative politiche di informazione e di richiamo.
Ebbene, sotto questo profilo è emerso pacificamente che la legge Scelba del 1952 sulla apologia del fascismo è praticamente inapplicabile, perché la stessa Corte Costituzionale l’ha dichiarata tale solo in casi in cui sia dimostrato il pericolo concreto di ricostituzione del partito fascista. Casi affrontati più volte dalla giurisprudenza e sempre con esito negativo, perché è evidente che nessuno manifesta l’intenzione di ripristinare il partito fascista ed è difficile accertare la concreta pericolosità di una manifestazione apologetica.
Bisogna, semmai, ricorrere ad altre leggi successive e più facilmente utilizzabili, come la legge “Mancino” (25 giugno 1993 n. 205: “Misure urgenti in materia di discriminazione raziale, etnica e religiosa”).
Questa legge è stata applicata alcune volte anche a manifestazioni di schietta marca fascista, sotto il profilo della natura profondamente razzista del fascismo. E’ una prospettiva interessante, che ha condotto ad applicazioni di notevole interesse, tant’è che la stessa Corte di Cassazione, con due sentenze importanti, ha considerato punibili rispettivamente il saluto romano e lo sventolamento di una bandiera con impresso al centro il Fascio Littorio. Sono simboli, ha detto la Corte di Cassazione, che si richiamano ad un partito – movimento che al potere, ha emanato le famose leggi razziali, per cui il razzismo e la discriminazione fanno parte completamente del DNA di esso; con la conseguenza che chi a quei simboli si richiama può incorrere alle sanzioni previste, appunto, dalla legge “Mancino”. Le due sentenze della Cassazione che ho ricordato (rispettivamente, 2026/07 e 235/09) costituiscono due importanti riferimenti, a cui ci si può ben richiamare, non solo e non tanto per condurre avanti una denunzia e cercare di ottenere giustizia, quanto e soprattutto per promuovere iniziative pubbliche di informazione, di convincimento e di mobilitazione.
Ma il problema che, in conclusione, ci ha appassionato di più, è stato quello relativo alla natura intrinseca di questo Stato non ancora pienamente defascisticizzato e non ancora adeguato a tutti i principi e i valori costituzionali.
Molte autorità pubbliche non hanno ancora compreso che l’antifascismo, nella Costituzione, non sta solo nelle dodicesima disposizione transitoria, ma in tutta la Costituzione, perché essa è permeata di princìpi e valori che sono la netta antitesi di tutto il contenuto “ideologico” del fascismo.
Il richiamo all’esercizio delle libertà, alla dignità delle persone, alla socialità, al ripudio della guerra ed anche a princìpi di tolleranza e rispetto, che corre per tutta la Carta Costituzionale, rappresenta il fondamento di uno Stato che non può essere fascista, razzista, discriminatore, che rifiuta la violenza in ogni sua manifestazione, che aspira ad essere una Repubblica veramente democratica; cioè, uno Stato antifascista.
Quando riusciremo a far capire ad alcuni Prefetti che certe inequivocabili manifestazioni di tipo fascista non vanno proibite per motivi di ordine pubblico ma perché contrarie all’ordine costituzionale, allora sì che avremo fatto un passo avanti notevole. Ma la via è ancora lunga; e sta a noi cercare di abbreviarla e portarla nella retta direzione; perché solo allora, quando i princìpi che sono andato esponendo saranno entrati nella struttura portante del Paese, solo allora potremo dire di vivere in una nazione “antifascista”, in cui ci sia accesso solo per la democrazia e per i valori costituzionali di fondo. Come ha scritto uno studioso, di recente, bisogna che l’anima e il corpo di un Paese siano coerenti, nella rispondenza a princìpi e valori che non esitiamo a definire come “antifascisti”. E’ questo l’obiettivo da raggiungere, e rapidamente, se non vogliamo che i fenomeni che troppo spesso riscontriamo si acuiscano, acquisiscano una seria e crescente pericolosità e rappresentino, addirittura, una concreta minaccia per la nostra convivenza civile.
Carlo Smuraglia, 5 Luglio 2012, Roma
L’ Anpi Gallarate condivide appieno le riflessioni del Presidente Nazionale Carlo Smuraglia, ed invita tutti i cittadini alla vigilanza attiva sulle più svariate forme di recrudescenza fascista che proliferano anche sul nostro territorio, mascherate e/o camuffate di falso buonismo.
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