Orazione ufficiale Luciano Zaro 2011
di seguito il testo dell’orazione ufficiale alla commemorazione di Luciano Zaro a cura del pres. Anpi Gallarate Michele Mascella
Oggi ricorre il 67° anniversario del tragico episodio che mise fine alla giovane vita di Luciano Zaro, in circostanze ormai acclarate dove emerge la violenza gratuita e barbara di chi materialmente ne aveva perseguito lo scopo.
Perché non fu un incidente, né un errore: fu omicidio.
Luciano Zaro aveva, quella sera del 24 Novembre 1944, vent’anni da poco compiuti, e da quel che ne sappiamo, era un ragazzo esuberante e sportivo, tant’è che si guadagnò una importante vittoria in una gara a Roma sui 110 mt. ad ostacoli, conquistando allora un primato nazionale nella categoria.
Nulla di più lontano dunque di chi abitualmente delinque, meritandosi la giusta punizione delle leggi.
Quella sera, però, qualcuno aveva deciso che essere renitente alla leva, in omaggio ad un Bando cosidetto “del Duce”, e rifiutarsi quindi di combattere una guerra al fianco dei nazisti, con la sedicente Repubblica di Salò, era atto meritorio di morte.
E così fu, con una dinamica spietata che vi risparmio nei dettagli.
Noi siamo qui per questo: per ricordare il sacrificio inconsapevole di Luciano Zaro e di mille e mille altri Luciano Zaro che si opposero con la propria giovane vita alla barbarie, alla dittatura, in una parola, al nazifascismo, che di lì a poco, grazie anche al loro sacrificio, sarebbe stato sconfitto e consegnato alla Storia come il più orrendo misfatto collettivo che mente umana abbia saputo mai concepire.
Per inciso, va detto che vi sono però altri modi subdoli per reprimere ed uccidere i giovani, come per esempio negando loro il passato, ma soprattutto il presente ed i progetti per il futuro, ed è quello a cui assistiamo da ormai vent’anni a questa parte.
Ed ecco perché ci preoccupano gli episodi, sempre più frequenti, di quella che noi chiamiamo recrudescenza del fascismo: del tentativo di rianimarne le più turpi ideologie che lo hanno accompagnato.
In questi tentativi i suoi odierni emuli sono stati e sono incoraggiati da comportamenti istituzionali quanto meno ambigui, se non dichiaratamente a loro favorevoli: ed assistiamo così alla proliferazione di atti legislativi che sui diversi aspetti ne vogliono legittimare l’esistenza. L’elenco è lungo, ed anche qui, per necessaria brevità, ve lo risparmio, citando però l’ultimo di una serie che più di altri ne attesterebbe la legittimazione: il D.L. 3442, cosiddetta Legge Fontana, che equiparerebbe i reduci di Salò ai Partigiani in quanto a benefici e riconoscimenti vari.
Un riconoscimento, dunque, ufficiale, da parte della Repubblica Italiana nata dalla Lotta di Liberazione e dalla Resistenza nei confronti di chi in armi si oppose a che nascesse.
Consentitemi allora qui di esprimere un plauso a tutte quelle Istituzioni democratiche che con i loro atti si sono espresse chiaramente contro questa follia, evidenziandone l’assurdità con pubbliche esecrazioni e condanne avverso questo vile tentativo: e tra queste, recentissimamente, il Comune di Cardano al Campo, che nella seduta del 25 Novembre 2011, con un suo o.d.g., stigmatizza tale assurdità ed invia ai più alti organi dello Stato, compreso il Presidente della Repubblica, la sua avversità.
Per questo l’Anpi di Gallarate si è espressa verso il Consiglio Comunale di Cardano al Campo nei termini seguenti:
“Un plauso al Consiglio Comunale di Cardano al Campo, che ha così saputo raccogliere il grido di allarme che sorge da più parti per i tanti, ormai innumerevoli tentativi di riabilitazione anacronistica di un regime ispirato all’odio, non solo razziale: il silenzio su tali tentativi rischia di essere interpretato come acquiescenza, o indifferenza, e nel migliore dei casi come distrazione, in specie se ne sono coinvolte le Istituzioni democratiche e repubblicane. Nel peggiore dei casi invece può parlarsi di connivenza con le tendenze ispirate a relegare il passato nell’oblìo della Storia. Auspico che altre Istituzioni assumano identiche iniziative, e che le forze politiche che se ne fanno promotrici ne vadano giustamente orgogliose.”
Per contro abbiamo dovuto assistere all’indegna intitolazione di una piazza, a Varese, a Giovanni Gentile, esponente di rilievo del Fascismo e della sua nefasta ideologia, nonché sostenitore delle famigerate leggi razziali ed estensore del Manifesto degli Intellettuali Fascisti.
E questo è avvenuto oggi, a 66 anni dalla fine della seconda guerra mondiale e del nazifascismo.
E’ presumibile che Luciano Zaro non immaginasse che un giorno le Istituzioni democratiche per le quali aveva sacrificato la propria giovane esistenza magnificassero i propri aguzzini: ma lo facciamo noi, qui, oggi, a ricordare ancora una volta la necessità della Memoria in un Paese che, pur tra mille difficoltà, ha bisogno di futuro e di un’altra nuova stagione per crescere ed affermarsi come Paese civile e, finalmente, normale.
M. Mascella
Gallarate, 27 Novembre 2011