FESTA DELLA LIBERAZIONE – 25 APRILE 2014 – GALLARATE
La Festa della Liberazione a Gallarate si è quest’anno ulteriormente arricchita con l’introduzione di una apprezzata novità, contenuta nelle performance di un teatro itinerante “di strada” messe in campo dalla Compagnia Teatrale denominata “Bioteatro” diretta da Maria Sara Mignolli e Giulia Provasoli, che hanno “seminato” il tradizionale corteo con improvvise incursioni durante il percorso, fino ad arrivare in largo Camussi con la rievocazione dei giorni della Liberazione.
Sul palco eretto come sempre in largo Camussi, presentati dal Pres. Anpi Gallarate M. Mascella, hanno recitato anche due studenti della 3^ B delle scuole medie Ponti, Nicole e Assoumou, che hanno letto alcuni brani di Onorina Brambilla Pesce e Giovanni Pesce, eminenti figure della Resistenza.
La parola è quindi passata al Sindaco di Gallarate Ing. Edoardo Guenzani, che ha letto il suo discorso, qui di seguito riprodotto integralmente:
XXV APRILE – 2014
Benvenuti alla cerimonia con la quale celebriamo la Festa della Liberazione.
Oggi ricordiamo la fine di un periodo storico noto come “resistenza” o “secondo risorgimento”, caratterizzato dall’insieme dei movimenti politici e militari che in Italia, dopo l’8 settembre 1943, si opposero al nazifascismo. Alcuni storici hanno evidenziato più aspetti contemporaneamente presenti all’interno del fenomeno della Resistenza: per alcuni prevale il tema patriottico, quindi enfatizzano la lotta di liberazione da un invasore straniero; altri sottolineano il carattere popolare e spontaneo della sollevazione; altri ancora parlano di “guerra civile” tra antifascisti, fascisti e collaborazionisti con i tedeschi. Alcuni, infine, accentuano le aspettative rivoluzionarie nutrite da una parte dei partigiani, soprattutto socialisti e comunisti.
Sono tutte letture possibili, visto il carattere composito della resistenza in Italia, che unì molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, cattolici, liberali, repubblicani, anarchici), in maggioranza presenti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CNL).
La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica Italiana: l’Assemblea Costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al CNL, i quali scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche e ispirandola ai principi della democrazia e dell’antifascismo.
La partecipazione alla celebrazione del 25 aprile dimostra che quell’esperienza e ciò che ne seguì non sono eventi remoti e fossilizzati nella storia, ma un momento di svolta le cui conseguenze “lavorano” anche nel presente.
Anzitutto perché le Istituzioni democratiche e il Diritto cui oggi facciamo riferimento affondano lì le proprie radici. In secondo luogo perché la storia della Resistenza e della Liberazione ci insegnano che, a volte, reagire e lottare, anche di fronte a sfide enormi, è giusto, doveroso.
Penso alle sfide poste, per esempio, dall’Europa. Se il cammino di unificazione è stato talora segnato da errori e tuttora risulta, a volte, criticabile, non bisogna dimenticare un importante dato di fatto: è proprio nell’Unione Europea che troviamo un’importante garanzia, l’assicurazione che gli Stati del continente si rapportano, e vorrei dire si rapporteranno sempre fra loro, attraverso meccanismi di confronto democratico, non attraverso le armi.
E’ a partire da simili certezze che, più forti, si possono affrontare problemi come emarginazione e disoccupazione. Problemi che, paradossalmente, spingono a una riflessione sui giovani.
La Resistenza e la Liberazione hanno camminato in modo del tutto autonomo. A cavallo del conflitto mondiale i giovani furono il segno tangibile del riscatto, la loro era l’immagine di un Paese pieno di voglia di fare, pronto a impegnarsi nella ricostruzione. Oggi i giovani appaiono nelle cronache nazionali e continentali soprattutto in collegamento al tema della mancanza di lavoro, dello scoraggiamento che porta all’inerzia e alla rassegnazione.
Ricordando i giovani della Resistenza, la speranza è che i ragazzi del 2014 sappiano prendere esempio dai ragazzi del 1945, per dare il contributo vitale che solo loro possono mettere in campo in tanti ambiti: sociale, culturale, lavorativo. E ovviamente auguro alle altre generazioni di essere attente e pronte di fronte alle esigenze dei giovani. Dalle possibilità che daremo loro passa il futuro dell’Italia.
Buon 25 aprile.
Edoardo Guenzani
A seguire l’orazione ufficiale pronunciata dal Pres. Anpi Gallarate M. Mascella:
25 APRILE 2014
FESTA DELLA LIBERAZIONE
DISCORSO CELEBRATIVO UFFICIALE
Saluto ai cittadini, alle Istituzioni Cittadine, e primo tra tutti il Sindaco, saluto alle Istituzioni civili e Militari, di Polizia, alle Associazioni, ai Sindacati ed ai Partiti che hanno voluto partecipare alle Celebrazioni di questa giornata di Festa Nazionale.
Oggi, a 70 anni dai quei venti mesi che diedero luogo ad un nuovo corso nella vita sociale e politica del Paese, determinanti nella vittoriosa Lotta di Liberazione Nazionale contro il nemico nazista invasore ed i suoi complici fascisti, celebriamo senza liturgia quei tragici ma esaltanti avvenimenti, che videro un ampio concorso di forze diverse tra loro convergere su un obiettivo comune: la riconquista della Libertà perduta dopo venti anni di incontrastato dominio di una feroce dittatura.
Lo facciamo ricordando figure semplici e nello stesso tempo straordinarie come Ambrogio Zocchi, partigiano scomparso lo scorso anno in agosto, che assurge oggi a simbolo di tutti coloro che rischiarono coscientemente la propria vita in nome di ideali e speranze di cambiamento nel segno della democrazia.
Attraversiamo ancora un periodo confuso della nostra storia, immersi in una crisi profonda che non è solo economica, ma anche per certi versi etica e morale: la sempre più scarsa partecipazione dei cittadini alla vita politica ed all’esercizio del voto consapevole ne è un chiarissimo sintomo. Di qui gli appelli dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia alla partecipazione al voto che, non dimentichiamolo mai, è frutto di durissime lotte combattute per la conquista di questo elementare diritto democratico; ed anche quest’oggi, in prossimità delle elezioni europee e di importanti tornate elettorali amministrative, l’esortazione è la stessa di sempre: rechiamoci alle urne, non disertiamo il nostro diritto, partecipiamo a questi momenti salienti ed irrinunciabili della democrazia rappresentativa, ed esprimiamo secondo coscienza la nostra partecipazione, il nostro desiderio di cambiamento.
I Partigiani che impugnarono le armi probabilmente pensavano ad un Paese migliore di quello che si stavano lasciando alle spalle: e non fu vana la loro lotta, perché da quella lotta nacquero la Repubblica e la Costituzione così come le conosciamo ancora oggi, e che vanno aggiornate sì, ma non stravolte.
E’ certo che essi lo fecero pensando ad un Paese più semplice, e che non fosse afflitto da una burocrazia che minaccia sempre di più volerlo, nei fatti, strangolare.
Ci viene d’aiuto in questa nostra riflessione la veemente dichiarazione dell’attuale Presidente del Consiglio, che in una recentissima occasione ha promesso una “lotta violenta” alla burocrazia, come mai nessuno, prima di lui, aveva fatto.
Bene, salutiamo con favore questa intenzione, corredandola di alcune riflessioni.
Le parole, usate con tale forza dirompente, sono macigni: ma bisogna sapere che la tanto deprecata burocrazia è figlia diretta e conseguente dell’assenza della politica, che non ne regola i meccanismi interni, che ne aumenta a dismisura i poteri fino a sostituirsi, de facto, alla politica stessa che abdica al suo compito primario, in una sorta di arrendevolezza che assume i contorni della complicità.
Quando la burocrazia è controllata, aggiornata, resa agile, comprensibile e fruibile dai cittadini, diventa democrazia a tutti gli effetti, perché si erge a difesa dei meno abbienti e costituisce fortino invalicabile per le prevaricazioni dei pochi a svantaggio dei molti. E’ il frutto maturo delle società occidentali, è baluardo della libertà di tutti contro ogni forma di abuso e preclusione che normalmente aggrediscono i più deboli.
Macigni, dunque, le parole, quando usate a sproposito ed alle quali non è e non sarà facile farvi fede. Ci auguriamo perciò che non siano come il lastricato dell’inferno, coperto da buone intenzioni.
Ne trarranno vantaggio tutti, in specie i giovani che vogliano intraprendere nuove attività, senza che siano assassinati già nella culla, come si suol dire: perché questa è la realtà odierna, alla quale l’Anpi guarda con apprensione, conscia di un passato tragico in cui i giovani si immolavano con eroismo contro un nemico feroce e sanguinario.
Oggi quegli stessi giovani avrebbero combattuto contro la carta bollata e gli iter burocratici, e sarebbero periti ugualmente.
W La Resistenza!
W La Costituzione!
W L’Italia!
p. Anpi Gallarate
M. Mascella
Mascella ha quindi esortato i cittadini a partecipare all’inaugurazione (alla presenza del Sindaco Guenzani) della Mostra “Sulla stessa strada” allestita nella sala espositiva del Palazzo Minoletti, dove è stato approntato un buffet a totale carico dell’Anpi (precisazione doverosa a seguito di rilievi posti alla Giunta dalla Corte dei Conti in ordine alle spese ritenute “eccessive” sostenute dall’Amm. Comunale in occasione della ricorrenza nazionale del 25 Aprile degli anni scorsi).
Le celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza e delle Lotta di Liberazione vedranno il culmine nella premiazione, Sabato 3 Maggio dalle ore 11.00 alle 13.00, nell’Aula Magna dell’Ist. Falcone di Gallarate, dei migliori tra i lavori pervenuti dagli studenti e con i quali è stata approntata la Mostra.
Per le foto della Manifestazione si rimanda al seguente link qui
Lascia un commento